Covid, Bassetti: "Colleghi virologi, basta. E' un’influenza"

La replica a Lopalco e Galli: altro che picco a luglio, gli ospedali sono vuoti. "Pregliasco sostiene che è una malattia grave? Falso, ora i sintomi sono lievi"

Matteo Bassetti, 51 anni, direttore di Malattie infettive del San Martino di Genova

Matteo Bassetti, 51 anni, direttore di Malattie infettive del San Martino di Genova

Genova, 22 giugno 2022 - La pandemia scompare dalle cronache, ma i virologi restano appesi ai rischi del Covid. Il plotone dei ’catastrofisti’ è molto nutrito, mentre lo schieramento di chi predica calma è meno folto. E ha un capitano incontrastato, l’infettivologo Matteo Bassetti.

Professore, Pregliasco sostiene che «la nuova variante Omicron è 5 volte una forte influenza». Ricciardi dice: «Il picco del’ondata sarà a fine luglio». Ma Lopalco precisa: «No, a metà luglio». E Galli conclude: «Una pandemia non finisce per decreto».

"Con questo virus ci dobbiamo convivere, ma lo sappiamo da tempo. Io speravo di trovare maggiore maturità dalla politica e dai miei colleghi. Altri Paesi hanno vissuto questa ipercircolazione di Omicron 5 senza allarmismi: tanti contagi, ma sintomi ’lievi’ rispetto al virus originale. Dopo 3 o 4 giorni di febbre, mal di gola e stanchezza, tutto passa e si risolve. Serve sangue freddo, ma nuovamente manca a chi dovrebbe averne".

Perché Matteo Bassetti deve sempre essere chiamato a spegnere gli incendi sul Covid? Solo contro tutti.

"Perché, forse, sono l’unico che fa il medico davvero. Ogni mattina mi squilla il telefono con 100 chiamate di malati Covid che mi chiedono come curarsi. Invece in tv parla chi è in pensione e chi non ha mai fatto il medico. L’infettivologo Di Perri fa il medico, il collega Andreoni è un dottore: loro vanno ascoltati di più. E meno i teorici e pensionati".

Soprattutto ora che la situazione, anche ospedaliera, non pare assolutamente allarmante.

"L’unico indicatore serio è l’occupazione delle terapie intensive. Però bisogna che gli ospedali siano in grado di differenziare i pazienti con una malattia Covid correlata e chi invece è positivo al tampone ma ha altre patologie. L’80% in Terapia intensiva fa parte del secondo gruppo. Ma noi così diciamo il falso e diamo una fotografia sbagliata".

Dopo 4 dosi di vaccino, un lockdown estremo di mesi, le scuole chiuse o costrette alla Dad per quasi 3 anni, ragazzini e ragazzi feriti psicologicamente, danni economici incalcolabili, la mascherina diventata come una protesi: ancora c’è chi spera nella pandemia. Perché?

"Perché vogliono delle prime pagine. Sento colleghi che hanno anche adombrato colpe del vaccino per il long Covid. La campagna medica ’anche se ti vaccini, ti contagi’ è disastrosa. Chi è al ministero dovrà farsi un’esame di coscenza in autunno".

Perché?

"In autunno forse avremo un vero aumento di ricoveri, ci sarà bisogno di rivaccinarsi e usare le mascherine. A quel punto dopo questo ’al lupo, al lupo’, la gente non crederà più e la campagna vaccinale sarà un flop".

Una volta i ristoratori e gli albergatori chiedevano i danni ai metereologi, oggi possono andare a bussare ai virologi, perché così spaventano la gente mettendo a rischio le ferie.

"Da alcuni. Io sono contento se i giornalisti non mi chiamano, di problemi infettivologici ne ho abbastanza. In più, per lavoro devo trovare soluzione, non creare problemi".

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