Giovedì 25 Aprile 2024

Mattarella si appella ai partiti Campagna elettorale subito Ma per favore niente risse

La preoccupazione del presidente è che il governo ancora in carica resti impantanato

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di Antonella Coppari

Avete voluto il voto, cercate almeno di non fare danni di qui all’apertura dei seggi. Scuro in volto, visibilmente preoccupato Sergio Mattarella si rivolge direttamente ai partiti. E per sottolineare la gravità del momento, sceglie di presentarsi di fronte alle telecamere per annunciare la fine della legislatura. "Mi auguro che, pur nell’intensa e a volte acuta dialettica della campagna elettorale vi sia, da parte di tutti, un contributo costruttivo nell’interesse superiore dell’Italia". Il decreto di scioglimento delle Camere era pronto già mercoledì sera, il Presidente l’ha firmato ieri: "Sciogliere è sempre l’ultima scelta da compiere, ma le modalità del dibattito al Senato lo hanno reso inevitabile".

Ovviamente non fa cenno alla data delle elezioni: è competenza del governo e del ministero dell’Interno. Ma altrettanto naturalmente a scegliere il 25 settembre è stato lui, convinto che quanto accaduto dimostri la volontà delle forze politiche di votare a settembre. E del resto l’ostacolo costituito dalla festività Rosh Hashanah era caduto dopo il chiarimento dell’Ucei (Unione comunità ebraiche), per cui il Capodanno ebraico inizierà all’imbrunire. Se i partiti avessero chiesto una settimana in più, probabilmente avrebbe accettato di confermare la decisione iniziale di aprire le urne il 2 ottobre. Ma non sono arrivati segnali in tal senso né dalle forze politiche né dai presidenti di Senato, Elisabetta Casellati, e Camera, Roberto Fico, che ha incontrato il pomeriggio.

Di buon mattino, invece, Mattarella ha accettato le dimissioni di Mario Draghi che, dopo essersi commosso a Montecitorio per gli l’applausi dei deputati, ha consegnato nelle sue mani. In realtà, questo passaggio il capo dello Stato aveva sperato, fino all’ultimo, di evitarlo. Il suo progetto era percorrere le orme del predecessore, Scalfaro, con Carlo Azeglio Ciampi nel gennaio del 1994. Quando sciolse le Camere, ma respinse le dimissioni per lasciare al governo quanti più poteri possibile.

La ’fiducina’ ottenuta dal premier al Senato, lo ha convinto che quella strada fosse impraticabile. Il governo resta in carica solo per l’ordinaria amministrazione. Ma in questo momento i confini tra ordinario e straordinario sono evanescenti, e Mattarella illustra una mappa delle urgenze nelle quali Palazzo Chigi avrà agibilità larghissima: "ll governo dispone degli strumenti per intervenire sulle esigenze presenti e quelle che si possono presentare nei prossimi mesi". Sottolinea che il periodo "non consente pause" agli interventi per far fronte alle difficoltà economica e alle loro ricadute sociali" specie per "i più deboli". Serve lavorare per "contenere gli effetti della guerra della Russia contro l’Ucraina sul piano della sicurezza dell’Europa e del nostro Paese. Indispensabili per la collaborazione a livello europeo e internazionale". Oltre a rispettare "i tempi concordati" per l’attuazione del Pnrr per non disperdere i fondi europei. E a continuare l’azione di contrasto alla pandemia.

Insomma, il mandato di Draghi resterà "quasi" pieno per 70 giorni. Solo "quasi": un presidente dimissionario non godrebbe di alcuna libertà su terreni di grosso contrasto politico. Per questo è stato stralciato dal disegno di legge Concorrenza l’articolo più combattuto, quello sulla licenza dei taxi. Questo è il punto: se le forze politiche in nome delle esigenze elettorali scegliessero la via della guerriglia, l’esecutivo si ritroverebbe paralizzato.

Ecco perché Mattarella ha deciso di rivolgere ieri il suo appello: questa la prima e più immediata fra le sue preoccupazioni. Considera infatti le elezioni un salto nel buio: non che tema questo o quel risultato, il cruccio è piuttosto che dalle urne non esca alcun risultato netto, come è già capitato in passato, lasciando il governo vacante per settimane e forse mesi. Proprio nel 1994, nonostante un risultato molto netto, prima che nascesse un governo ci vollero quasi due mesi nei quali a governare restò Ciampi. Allora il quadro complessivo era difficile, oggi lo è ancor di più.