Martedì 16 Aprile 2024

Mattarella non scopre le sue carte Accenni solo velati alla crisi

Le difficoltà del governo restano fuori dall’intervento. Il problema sarà affrontato. quando (e se) si presenterà

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Cautela. Prudenza. Qualche indicazione sì, ma molto velata e nascosta tra le righe. Nel discorso di stasera, Sergio Mattarella affronterà il nodo di una crisi di governo che appare sempre più imminente in modo più indiretto di quanto avrebbero fatto altri presidenti della Repubblica in circostanze simili, ma anche di quanto avrebbe fatto probabilmente lui stesso in un periodo meno drammatico di quello attuale. Un po’ è nello stile dell’uomo, che ha nel riserbo la sua cifra. Molto, però, pesa la decisione di non scoprire le proprie carte per poterle usare, se si renderà necessario, al momento opportuno. In quest’ottica va letta pure la scelta – presa in piena crisi pandemica – di non tenere il tradizionale discorso natalizio alle alte cariche dello Stato.

Ma il 97% dell’intervento – assicurano al Quirinale – sarà diretto alla gente comune, non impegnata in politica: quella che il capo dello Stato intende lodare per lo spirito con cui ha saputo fronteggiare il dramma del virus. A cominciare da medici, infermieri e sanitari, in prima linea nella lotta al Covid per allargare poi l’orizzonte al resto del Paese. Un occhio al presente, l’altro al futuro, dunque ai vaccini. Pronto a sottolineare – di fronte ai giudizi negativi dei no-vax – la speranza che rappresentano e l’importanza che tutti possano farli. Preoccupato – come racconta chi lo conosce bene – delle difficoltà che potrebbero sorgere nella distribuzione.

Non dimenticherà di notare l’enorme sforzo compiuto dall’Europa – che sembra tornata allo spirito dei padri fondatori – per fronteggiare la crisi economica coi mille miliardi messi sul tappeto per dare respiro a famiglie e imprese in ginocchio. Determinato a insistere sull’importanza del Recovery plan e dunque sulla necessità di presentare al più presto un piano nazionale a Bruxelles: sarebbe un dramma se l’Italia perdesse un’occasione d’oro come questa. Naturalmente, la fretta non può essere nemica del bene: i giudizi poco benevoli dei falchi dell’Unione sull’inaffidabilità del nostro Paese in tema di riforme sono ben presenti al presidente della Repubblica.

Insomma: prima chi vive nei palazzi comuni. Poi chi frequenta quelli della politica.

Ma questo non significa che tra i timori dell’inquilino del Colle non figuri la possibile crisi di governo, magari al buio. Solo che Mattarella vuole mantenere la posizione migliore per affrontarla, se sarà il caso, almeno limitando i danni.

Antonella Coppari