Mercoledì 24 Aprile 2024

Mattarella gela Parigi "Vigilare su di noi? L’Italia sa badare a se stessa"

La francese Boone in un’intervista: "Veglieremo su diritti e libertà". Meloni: "Inaccettabile ingerenza, non ci servono tutele straniere"

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di Antonella Coppari

Stavolta Mattarella ha scelto toni insolitamente severi: "L’Italia sa badare a se stessa, nel rispetto della sua Costituzione e dei valori europei". Ciò che lo ha spinto a lanciare un messaggio così definitivo non è solo un’intervista della ministra francese per gli Affari europei, Laurence Boone, che ieri aveva promesso di "vigilare su diritti e libertà in Italia". Il vero problema è che quelle incaute parole non sono le prime. Di pronunciamenti simili negli ultimi tempi ce n’erano stati altri, troppi per il capo dello Stato, tanto da ledere la dignità del Paese. Inconcepibile, per il Colle, fare paragoni con altri Stati contro i quali la Ue è intervenuta con sanzioni: in quei casi si trattava di leggi approvate, atti compiuti, che giustificavano un intervento; tutt’altra cosa lanciare moniti contro un governo che ancora non esiste, comunque scelto dagli elettori.

L’inquilino del Quirinale ha anche voluto chiarire in anticipo che non si considera un ’presidente da coabitazione’, cioè un presidente espressione di una parte politica, costretto a convivere con un governo dell’altra parte. Non è il suo stile, non lo farà. Il messaggio arriva immediatamente a Parigi e la risposta del presidente francese, Emmanuel Macron (vedrà Mattarella a Roma il 23) è calibrata per smorzare tensioni: "Voglio esprimere la mia amicizia e la mia piena fiducia nel presidente Mattarella e nelle conclusioni che trarrà dai risultati del voto". Finisce così il ’testacoda’ tra Francia e Italia. Che ha visto a caldo Giorgia Meloni replicare furibonda: "Spero che la stampa di sinistra abbia travisato dichiarazioni che somigliano a un’inaccettabile minaccia di ingerenza. L’era dei governi a guida Pd che chiedono tutela all’estero è finita". Fa quadrato il centrodestra, con l’europeista per eccellenza, Antonio Tajani, a riassumere gli umori: "Nel 2011 ingerenze straniere portarono alla caduta del governo Berlusconi. Non deve più accadere". Dall’opposizione solo Calenda si era schierato con la ’sorvegliata speciale’: "La Francia si vigilasse i fatti suoi". Poi, la correzione del governo francese: "Da Boone nessuna lezione, rispettiamo la scelta degli italiani".

Dopo l’intervento del capo dello Stato la leader FdI esulta: "Qualunque italiano può sentirsi rappresentato dalle parole di Mattarella". In realtà, anche Draghi, alla fine del consiglio europeo informale di Praga, le aveva fatto scudo: "Quando c’è un cambio di governo c’è molta curiosità ma non preoccupazione". Aggiungendo una rassicurazione fondamentale: "La linea in politica estera non cambierà". La ’quasi ’pupilla conferma: "Non c’è motivo che cambi".

Una giornata per certi versi indicativa: la leader ’sovranista e le figure che possono offrirle garanzie a livello internazionale si muovono all’unisono. Nessuno ha interesse ad alimentare una tensione che sfoci in una delegittimazione dell’Italia. Al contrario, Mattarella e Draghi ritengono opportuna un’apertura di credito nei confronti della premier in pectore, anche perché pensano che sia il modo migliore per indirizzarla, evitando intemperanze della nuova maggioranza. Inoltre, il capo dello Stato intende far capire subito che il suo comportamento non cambierà: si considera al di sopra delle parti, ha l’intenzione di lanciare moniti al centrodestra quando sarà necessario, senza destare sospetti di parzialità.

D’altro canto Giorgia sa di non potercela fare senza la sua sponda e l’appoggio del premier che ha avviato il Pnrr e la strategia per fronteggiare la crisi. Resta da vedere quanto le buone intenzioni resisteranno all’impeto di una realtà complicata. In fin dei conti i problemi di costruzione della squadra derivano proprio dalla necessità di mettere in campo un governo politico ma anche in grado di padroneggiare la situazione con capacità e competenza.