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ETTORE MARIA COLOMBO
Cronaca

Mattarella bacchetta i giudici "Vigilanza contro il malcostume"

Il capo dello Stato inaugura la nuova scuola di magistratura e difende l’indipendenza delle toghe. Ma non risparmia critiche: "Processi più veloci. E attenzione ad evitare il discredito della categoria".

di Ettore Maria Colombo

"Indipendenza delle toghe patrimonio irrinunciabile". "Prevenire il malcostume interno con azioni di vigilanza". "Usare un linguaggio consono e misurato". "Il processo va reso più agile e più moderno". E, ovviamente, "riconoscere l’indipendenza della magistratura come a tutti gli altri poteri dello Stato". Per chi si fosse dimenticato a cosa ‘serve’ un capo dello Stato – e, in particolare, un uomo come Sergio Mattarella – il discorso di ieri del presidente della Repubblica, alla cerimonia di inaugurazione della sede della Scuola Superiore della Magistratura, a Castel Capuano, è servito a ricordarlo a tutti. Non è certo nuovo nella sua azione di stimolo – e di sferza – ai giudici e alla magistratura, da presidente del Csm. Ma il discorso di ieri, tutto giocato a ‘casa’ delle toghe, serve a rammentarlo. Un discorso importante, a tutto tondo che, senza mai dimenticare l’indipendenza del potere giudiziario, ne mette in luce le carenze.

Parla in una cornice storica dove si sono formate generazioni di giuristi napoletani e che affonda le sue radici nella prima università laica istituita nel 1224 da Federico II. Qui lancia un monito per una giustizia più veloce e agile, come chiede anche l’Europa (è uno degli obiettivi nell’ambito del Pnrr): "È indispensabile che il processo, sia civile che penale, divenga strumento più agile e moderno per perseguire adeguatamente gli obiettivi per i quali è predisposto. Occorre che Governo e Parlamento, Magistratura e avvocaturai si impegnino per conseguire questo risultato". Ma a Mattarella l’etica e la pulizia interna alla magistratura sta altrettanto a cuore, dopo anni di scandali e inchieste su cui più volte si è pronunciato in modo secco. Ecco perché ricorda la "necessità di prevenire il malcostume interno" attraverso "un più attento esercizio dei compiti di vigilanza, evitando il grave discredito che potrebbe ricadere sull’Ordine giudiziario".

Ovviamente la separazione e l’indipendenza dei poteri, per il capo dello Stato, è un dogma intangibile e va rispettato. Da segnalare anche l’intervento del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che rilancia il tema della riforma e annuncia: "Nelle prossime settimane presenteremo un primo pacchetto di provvedimenti improntati a garantismo e pragmatismo, pronto per essere sottoposto al Cdm e poi al dibattito parlamentare". Nordio vuole superare una visione ‘carcero-centrica’ e batte sui tasti della presunzione di innocenza e della certezza della pena, "due facce inscindibili del garantismo", spiega, e di una giustizia che "non ha bisogno di essere esemplare per funzionare, ma di essere efficace e giusta".