Maternità surrogata Il centrodestra tira dritto "È un reato universale" Il Pd si divide ancora

Saranno perseguiti gli italiani che effettuano la pratica all’estero. Zan: legge folle. Ma parte dei democratici vota con la maggioranza.

di Ettore Maria Colombo

Se il tema non riguardasse i diritti individuali delle persone, si potrebbe dire che, ieri, in commissione Giustizia della Camera è andato in onda lo schema che potrebbe riprodursi su un tema tutto politico come le riforme istituzionali. Maggioranza che va avanti come un treno, Terzo polo che fa un’importante apertura di credito, resto delle opposizioni contrarie e Pd spaccato.

Stiamo parlando della maternità surrogata che, tecnicamente, si chiama Gpa (Gestazione per altri) e, più volgarmente, utero in affitto. Il centrodestra punta a inasprire, e a farla diventare "reato universale", reato che già c’è. In soldoni, la maternità surrogata, già punita in Italia, sarà perseguita in qualsiasi altro Paese sia commessa, ma il testo punisce soltanto i cittadini italiani. In pratica: se una coppia di italiani va in Canada per fare la maternità surrogata (dove è legale) verrà punita quando torna in Italia. Nel testo non si fa distinzione tra coppie eterosessuali e omosessuali.

Concluso l’esame degli emendamenti, che è avvenuto in commissione Giustizia, il 19 giugno il ddl, relatrice la deputata di FdI Carolina Varchi, approderà in Aula per un primo esame. La polemica politica monta immediatamente. Il centrodestra esulta prima con la Varchi medesima ("l’utero in affitto sarà reato universale"), poi con il ministro alla Famiglia, Eugenia Roccella: "La posizione del governo è chiara e di assoluta condanna di Gpa". Matteo Salvini gioisce: "Era una nostra battaglia: presto il via libera definitivo a una misura di buonsenso e umanità. Le donne non si noleggiano, i bambini non si comprano".

Le opposizioni, invece, vanno sulle barricate. Pd, sinistra, 5Stelle e anche un pezzo di Terzo Polo (Enrico Costa) ritengono il ddl incostituzionale. Il dibattito, l’altra notte, in commissione, è stato teso, oltre che lungo. Ma qui iniziano i distinguo. Un emendamento per depenalizzare la Gpa, presentato dal segretario di +Europa, Riccardo Magi, è stato bocciato anche grazie ai voti del Pd, che ha votato con la maggioranza. Mentre, infatti, è unanime, tra i dem, la condanna del testo che introduce il "reato universale", le posizioni dei dem più vicini alla Schlein (Alessandro Zan dice: "È una legge folle, continueremo a opporci") non collimano con quelli di pezzi di partito (tra cui molte femministe) contrarie alla Gpa. Non è un caso che tanti dem abbiano sottoscritto l’appello contro la Gpa lanciato da Aurelio Mancuso, ex presidente nazionale di Arcigay: Fedeli, Gori, Chiti, persino Goffredo Bettini, oltre ai cattolici Costa, Castagnetti, Garavaglia, Grassi, ma anche la capogruppo di Avs, Luana Zanella.

La segretaria, Elly Schlein, proprio come Zan, è favorevole a una Gpa altruistica, ma ha espresso una posizione a titolo personale che non impegna il Pd. La senatrice Valeria Valente, contrarissima alla Gpa, chiede di "aprire il confronto". Ma le divisioni ci sono pure tra centristi del Terzo polo. L’ex forzista Mara Carfagna, ora Azione, dice: "L’attuale ddl è identico a una mia proposta del 2020 e non ho cambiato opinione. La Gpa è un disvalore e non è possibile che, se la fai all’estero, non rischi nulla. Il mercato dell’utero in affitto va fermato". Invece, per Ivan Scalfarotto (Iv) "la legge approvata è un mostro giuridico" mentre per i 5Stelle "il ddl calpesta i diritti dei bambini".