Maternità surrogata, Becky e la coppia gay: "Così li ho resi entrambi papà"

Dal contatto via telefono alle vacanze insieme, il legame tra la 32enne americana e i due partner milanesi

Becky

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Un pancione atteso. La festa in videochiamata per scoprire il sesso del nascituro. Una gravidanza seguita passo passo tra Italia e Usa. Un legame sempre più stretto tra Becky, la ’belly mommy’, mamma di pancia, americana di 32 anni, e due papà milanesi, uniti civilmente e desiderosi di allargare la loro famiglia. Per questo hanno deciso di ricorrere alla maternità surrogata ("Gestazione per altri", specifica uno dei due papà) all’estero, non essendo possibile praticarla in Italia. E alla fine del 2021 in California è nata la loro bimba, Celeste, nome di fantasia, che è a tutti gli effetti figlia di due papà anche a Milano "come riportato – spiega la coppia – sul registro dell’Anagrafe nel 2022", prima che al Comune venisse imposto lo stop alla trascrizione degli atti di nascita esteri con genitori dello stesso sesso.

Una decisione che fa rabbia a tutte le famiglie arcobaleno e alle associazioni Lgbtq+ che domani manifesteranno in piazza Scala a Milano supportate anche dal Pd con la segretaria Elly Schlein. "Appena Becky ha saputo quel che sta succedendo in Italia è rimasta allibita. Noi ci sentiamo regolarmente, la nostra è diventata una grande famiglia allargata. Facciamo anche le vacanze insieme", sottolineano i papà. Becky è del Wisconsin, dove vive con il marito e i loro due figli, e lavora come tecnico radiologo in ospedale. "Io – racconta la trentaduenne – desideravo diventare una surrogata da quando avevo 16 anni. C’era una mia familiare a cui era stato detto che probabilmente non sarebbe mai stata in grado di avere figli propri. A quel tempo, dissi a mia madre che se le mie gravidanze fossero andate bene avrei voluto portarne avanti una per qualcun altro. E ho avuto due bellissimi bambini sani. La piccola Celeste è la mia unica ’belly buddy’ e sono felice di averla potuta portare in grembo. Quando la vedo, sono quasi incredula che sia tutto vero! È così bella e così amata dai suoi papà e questo mi rende molto felice. Sono grata di far parte della vita di questa famiglia milanese e di poter vedere la bimba crescere amata, forte e libera".

I due papà hanno conosciuto Becky dopo essersi affidati a un’agenzia specializzata. L’ovulo è di una donatrice diversa da Becky, "non anonima, in modo che un domani la nostra bimba possa conoscerla, se lo vorrà". Al momento di scegliere la ’belly mommy’ "ci hanno proposto diversi profili. E la stessa cosa è stata fatta con Becky. Ci siamo scelti a vicenda e ci siamo conosciuti in videochiamata. Poi ci siamo sempre sentiti e visti al telefono. Molto emozionante il momento del ’gender reveal’ per scoprire il sesso del nascituro: i suoi bimbi hanno sparato coriandoli rosa". A chi pensa che le surrogate scelgano di diventarlo solo per una questione economica, risponde Becky: "Ci sono molti requisiti da avere, oltre alla semplice autorizzazione da parte dei medici dopo un accurato screening fisico e psicologico, per diventare una ’belly mommy’: ad esempio lo status finanziario e il reddito della famiglia, la presenza di eventuali sussidi del governo, l’essere già genitori e altro. La maternità surrogata negli Usa è realtà da decine di anni e tutte le parti coinvolte sono estremamente tutelate, nulla è lasciato al caso. Chiunque pensi che essere una surrogata sia un ’guadagno facile’ è nel torto. È un impegno enorme, farlo per soldi sarebbe molto irresponsabile e pericoloso per sé e il bimbo".

Quanto al dietrofront in Italia, Becky commenta: "È molto triste! Un passo indietro e non in avanti. I bambini non hanno bisogno di una “madre biologica” e di un “padre biologico” ma di genitori che li amino incondizionatamente. È molto importante che entrambi i genitori siano registrati per il bambino, per la tutela dei suoi diritti".