Giovedì 25 Aprile 2024

Matera, pioggia di sassi Meteorite sul balcone a 300 chilometri orari Ma la scienza ringrazia

Nessun ferito: eravamo preparati. Quei frammenti sono preziosi

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di Riccardo Jannello

Cielo, ho un meteorite in terrazzo. La sorpresa e lo spavento di una signora che vive a nord degli storici Sassi, fra le Contrade Rondinelle e Serra Paolucci, può essere una svolta per la scienza. Sul suo balcone sono infatti precipitati – a 300 chilometri orari, con un grande rischio per l’incolumità delle persone, pur avvertite dagli scienziati del potenziale pericolo – frammenti di quello che era stato battezzato la "meteorite di San Valentino", avvistata per la prima volta poco prima delle 19 nel giorno degli innamorati (scatenando la curiosità sui social network) durante la sua traiettoria discendente che per gli esperti sarebbe finita in un triangolo fra Puglia, Molise e Basilicata.

Così è avvenuto: della massa di 2,5 chilogrammi che era stata calcolata ne sarebbero giunti a terra circa 500 grammi, di questi 70 – in dodici frammenti principali e in decine più piccoli anche di una dimensione inferiore al centimetro – sul balcone della famiglia Losignore.

Il resto dovrebbe essere finito in vari terreni che potrebbero contaminare la roccia e rendere impossibile alcune analisi. I settanta grammi sul balcone sono stati invece recuperati integri e già affidati all’Istituto nazionale di astrofisica. La casualità viene dal fatto che i figli della Losignore, Pino e Gianfranco, consigliere comunale a Matera, sono appassionati di astronomia e invece di spazzare il balcone hanno tenuto ben puliti i frammenti. Sono stati avvertiti dalla madre che ha sentito un forte botto provenire dall’esterno.

"Una mattonella – spiegano i fratelli – aveva un segno profondo, ma la nostra curiosità ci ha fatto capire quello che era accaduto. Si è trattato di un evento sconvolgente ma molto emozionante". La massa di roccia è stata seguita grazie a Prisma, la rete per lo studio delle meteore, che ne aveva triangolato la posizione. L’oggetto celeste avrebbe iniziato a brillare a una quota di circa 90 chilometri per poi seguire una traiettoria discendente fra Bari e Matera muovendosi a 16-17 chilometri al secondo, velocità tipica per un oggetto asteroidale, come conferma l’orbita eliocentrica che suggerisce l’origine fra Marte e Giove.

A 22-23 chilometri di altezza è iniziata la caduta avvenuta proprio nell’area indicata dagli esperti. Le analisi determineranno composizione, chimica, mineralogia e le caratteristiche petrografiche delle rocce permettendo la classificazione della meteorite i cui frammenti saranno poi visibili nei musei scientifici di Napoli e Firenze.

La mancata contaminazione – spiega Carmelo Falco dell’Inaf – è una condizione fortunata, ma si stanno organizzando squadre per tentare di recuperare le parti nella terra. L’area è vasta, ma è già capitato anche in Italia di scovare resti di una meteorite presso Cavezzo, in provincia di Modena, nel gennaio 2020. I ritrovamenti da quando nel 1959 è stata istituita la rete internazionale sono circa quaranta.

L’ultimo solo pochi giorni fa in Francia quando una studentessa di 18 anni ha raccolto un frammento esploso nel cielo della Normandia. "Le meteoriti – afferma l’astronomo Daniele Gardol - hanno attraversato i circa 4,5 miliardi di anni dalla formazione del nostro Sistema Solare e ritrovarne uno appena caduto come quello di Matera aiuta molto a ricostruire le tappe che hanno portato alla formazione dei pianeti, Terra compresa".