Seduce dirigente d'azienda e piazza microspia nell'armadio per passare i segreti alla ditta concorrente: licenziata

Lei faceva le pulizie. Il dirigente è stato sospeso. La rete scoperta dalla Falco Investigazioni con l'operazione "Mata Hari". Sventato colpo da milioni di euro SU LA NAZIONE DI OGGI

Carlo Nencioli della Falco Investigazioni

Carlo Nencioli della Falco Investigazioni

Arezzo, 29 gennaio 2015 - L’hanno chiamata “Operazione Mata Hari”. Una ragazza di 25 anni, straniera, al lavoro per un'azienda come addetta alle pulizie, aveva sedotto uno dirigente della ditta. Fidanzato e in procinto di sposarsi, aveva perso la testa per lei. «In sostanza il dirigente chiudeva un occhio e la donna aveva libero accesso a chiavi e uffici e aveva potuto piazzare la microspia" spiega Carlo Nencioli della Falco Investigazioni. Grazie ai pedinamenti salta fuori che la donna lavorava come addetta alle pulizie anche per un’azienda concorrente umbra, la stessa che l’aveva incaricata di agganciare qualcuno all’interno della ditta aretina per poi arrivare alle informazioni sensibili. Ma la nostra "Mata Hari" faceva di più: durante le riunioni si metteva in macchina vicino all’azienda ad ascoltare e registrare le conversazioni e poi riferiva tutto alla concorrenza. Una volta scoperto il meccanismo, la ragazza è stata licenziata e il dirigente sospeso. Sventandop un danno potenziale da milioni di euro.

A subire il tentativo di spionaggio una grossa azienda del settore elettronico impiantistico della provincia che di routine assolda 007 per fare bonifiche ambientali come prevenzione a possibili fughe di dati. E durante una di queste bonifiche è stata trovata la microspia in un armadio nell’ufficio dell’amministratore delegato. Lì, davanti al tavolo di mille riunioni e quiindi di mille segreti. 

Per risalire alla talpa industriale gli 007 hanno monitorato la stanza. e sono poi risaliti ai fornitori. E da lì all'identità della ragazza, straniera residente ad Arezzo. Sottoponendo questo nome all’attenzione del committente abbiamo scoperto che la donna lavorava nell’azienda aretina due volte la settimana come addetta alle pulizie.