Venerdì 19 Aprile 2024

Massimo Boldi tra i detenuti: "Sei il boss delle gag"

Il comico nel carcere di Porto Azzurro: la vita è preziosa, anche dietro le sbarre

Massimo Boldi con i detenuti

Massimo Boldi con i detenuti

Porto Azzurro (Isola d'Elba), 23 luglio 2019 - S’è fatto un regalo particolare Massimo Boldi, che proprio oggi spegne 74 candeline: «Ho deciso di trascorrere una giornata fra i detenuti e non potevo fare una scelta migliore», spiega entusiasta dell’esperienza. Fra abbracci, battute, aneddoti e risate, non è mancata una lacrima. La sua. «Mi sono commosso quando Valentin mi ha messo in mano alcune caramelle; quegli spicchi di limone erano il suo tesoro, la cosa più dolce che avesse e lui ha deciso di dividerli con me», racconta l’attore, rivestendo di un sorriso la sua vena malinconica. Un classico fra i comici. 

Iniziata sabato scorso di buon mattino a Pianosa – lingua di terra che ospita un piccolo nucleo di reclusi rimasti sull’Isola del Diavolo in regime di ‘carcere aperto’ – la visita si è conclusa a tarda sera con un botta e risposta fra ‘amici’ nel cortile della casa di reclusione di Forte San Giacomo (Porto Azzurro, Isola d’Elba), moderato dal direttore del carcere Francesco D’Anselmo, 61 anni, al suo quindicesimo impegno nei vari istituti di pena dello Stivale. «Sono stupito... nessuno mi ha chiesto: ‘Racconta una barzelletta’. Si è trattato di uno scambio di emozioni», confida Cipollino Boldi reduce dal terzo grado al quale non si è sottratto, lasciandosi andare a confidenze che noi riportiamo utilizzando il semplice ‘tu’, la vera voce dei detenuti.

Massimo Boldi fra il comandante Giuliana Perrini e il direttore Francesco D'Anselmo
Massimo Boldi fra il comandante Giuliana Perrini e il direttore Francesco D'Anselmo

Massimo, come hai fatto a risollevarti dopo il periodo buio che hai attraversato? «Nei momenti difficili bisogna farsi aiutare, qualunque sia il motivo della sofferenza. Anche sapendo di avere sbagliato. Chi è qui vive una privazione; perdere la libertà è una limitazione pesante, fra le peggiori. Ma dà il tempo di pensare e poi di agire. Dopo la morte di Marisa (sua moglie, ndr) la forza l’ho trovata ripetendomi che la vita è preziosa. Capito? Bisogna viverla al meglio, anche stando dietro le sbarre di una prigione».

Perché hai interpretato solo un ruolo drammatico? «Ma quante cose sapete! Siete degli esperti (ride, ndr). Sì, nel 1996 ho fatto Festival con Pupi Avati, la storia di un attore comico alla fine della sua carriera che trova la forza di reagire alla depressione. Una storia in parte ispirata alla figura di Walter Chiari. Il film ha avuto un grande successo di critica, ma non è andato a vederlo nessuno. Mentre A spasso nel tempo, diretto da Carlo Vanzina e uscito nel Natale dello stesso anno, ha sbancato il botteghino. Ho pensato: qualcosa vorrà dire, o no?».

Dopo Amici come prima del 2018 stai preparando il nuovo cinepanettone con Christian De Sica? E perché avevate litigato? «Ma quante volte devo dirlo, non abbiamo mai litigato! Tanto che dopo 13 anni abbiamo deciso di tornare insieme. Comunque dovrete aspettare il Natale 2020: da sei mesi stiamo già valutando tante sceneggiature, e altrettante le buttiamo via. Vogliamo fare qualcosa di nuovo per non cadere nella ripetitività. Anche il pubblico è cambiato».

Di cosa avete paura? «È una cosa complicata. Il grandissimo successo è arrivato negli anni ’80 e ’90, raccontando il Belpaese dell’epoca e scimmiottando l’italiano medio. Oggi abbiamo 70 anni, dobbiamo rivedere le cose e stare molto attenti: in una sceneggiatura comica o fai ridere o sei ridicolo».

Massimo Boldi
Massimo Boldi

Quando ti vedremo in tv? «Presto. Il prossimo film non sarà un cinepanettone: ho rinunciato al Natale perché è un periodo con troppa concorrenza. Quest’anno, proprio per non mancare alle kermesse delle feste, Mediaset mi ha proposto di realizzare un film per la televisione: Natale a Casa Boldi il titolo, sulla scia di Natale a 4 zampe, che avevamo realizzato nel 2012. È già in fase di definizione la sceneggiatura».

E al cinema? «Sono stato chiamato da Pupi Avati per interpretare Giuseppe Sgarbi, padre di Vittorio ed Elisabetta, nel film Il Tepore del Ballo. ‘Ma devi essere mooooolto vecchio’, mi ha spiegato. ‘Vecchio quanto?’, gli ho chiesto io: ‘Devi avere almeno 95 anni’. Beh, per una volta il cinema non chiede di ringiovanire».

A proposito di stagioni della vita, arriverà o no questo Yuppies 3? «Diteglielo a quello lì... Io, Jerry Calà, Ezio Greggio e anche De Laurentiis saremmo già d’accordo. È Christian (De Sica, ndr) che continua a ripetere che ormai siamo troppo vecchi. Ma non è mica vero!».

Da Due carabinieri a Scuola di ladri , la battuta era inevitabile. «Massimo, ma a chi ti senti più vicino, alle guardie o ai mariuoli?», butta lì un detenuto, «ospite delle carceri italiane da 37 anni», ci tiene a precisare. «Ma non riesci proprio a pensare ad altro!» la risposta dell’attore. Segue un boato di risate e di applausi, lui rincara la dose: «Tu quella roba lì devi levartela dalla testa».