Martedì 23 Aprile 2024

Massacrato a martellate: fermato il figlio

L’ipotesi degli inquirenti: voleva la casa dei nonni, ma i genitori si rifiutavano. Il giovane li ha aggrediti, poi ha inscenato l’omicidio-suicidio

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di Andrea Fiori

La casa. Voleva la casa dei nonni, a San Martino, a due passi dalla villetta paterna. E i ripetuti dinieghi di mamma e papà erano divenuti insopportabili, un ostacolo troppo ingombrante sul suo cammino di realizzazione personale e di ascesa sociale. Per questo Marco Eletti, 33 anni, sabato pomeriggio prima avrebbe ammazzato a martellate il padre Paolo, invalido di 58 anni e poi (con l’aiuto di un narcotizzante) tentato di eliminare la madre 54enne, Sabrina Guidetti, recidendole le vene dei polsi. Un piano studiato a tavolino – ritengono gli inquirenti – per inscenare il classico caso di omicidio-suicidio: la moglie che uccide il marito e poi decide di farla finita, il figlio che sopraggiunge preoccupato dopo le telefonate a vuoto, scopre l’orrore, sotto choc chiama il 118 e assiste all’arrivo di tutti – soccorritori, vigili del fuoco, carabinieri – con sguardo assente. Una tragedia purtroppo come tante, chiara, già finita.

Invece qualcosa è andato storto e il giovane – autore di cataloghi aziendali in un’importante azienda, la Media Design di Rubiera, ma con grandi ambizioni letterarie – da ieri mattina è in stato di fermo. Il pubblico ministero Piera Giannusa lo accusa dell’assassinio del padre e del tentato omicidio della madre, ricoverata in ospedale in prognosi riservata. La donna è in coma farmacologico. Quando potrà parlare, allora sì: sarà tutto chiaro.

Nel corso del lungo interrogatorio – avvenuto in presenza dell’avvocato Mariarosa Valenti e dei carabinieri del Radiomobile – Marco ha negato tutto. Ma sarebbe caduto in contraddizione, avrebbe offerto un quadro incongruente con la scena del crimine. E poi il fumo. Un fumo denso e difficile da spiegare. Nel bidone del garage, a pochi passi dal cadavere del papà e dal martello insanguinato stava bruciando qualcosa, tanto che i primi soccorritori hanno richiesto l’intervento dei vigili del fuoco. Cosa c’era nel bidone? Il pm ritiene che Marco Eletti abbia cercato, con le fiamme, di cancellare qualche traccia significativa.

"Marco Eletti è uno scrittore italiano. È conosciuto soprattutto per ‘Sotto stato d’assedio’ e ’La regola del Numero Sette’", così si legge su Wikipedia. Una pagina così informata e dettagliata da apparire quasi autocelebrativa. Marco aveva studiato all’Ipsia, poi aveva seguito dei corsi di formazione per web designer. Cresciuto a videogiochi, negli anni si era appassionato alla scrittura. Dopo l’esordio, con un romanzo di fantapolitica, si era dedicato con passione alla fantascienza, segnalandosi per due volte al prestigioso Premio Urania. Il giovane ha un blog, un proprio sito internet, la pagina Facebook. E tutto è prodigo di biografie e di foto ad uso della stampa. Si descrive come amante della cucina emiliana, dei viaggi in moto senza una meta, delle montagne altoatesine. Racconta ai lettori "il bisogno costante di sdraiarsi sull’erba e assaporare i silenzi della campagna".

Voglia di apparire, di segnalarsi, di uscire dai ranghi di una vita normale come quella di mamma e papà: lei ex parrucchiera, lui invalido per un problema alla vista, ex operaio, grande appassionato di motori e delle corse in sidecar. Persone perbene, una coppia normale. Marco sognava una vita diversa: i romanzi, la fama. E quella casa dei nonni. Nel gennaio del 2019 aveva partecipato alla popolare trasmissione tv condotta da Luigi Insinna. Anche stavolta si era segnalato, non aveva vinto. E a pensare al nome della trasmissione, L’Eredità, oggi vengono i brividi.