Milano, 21 marzo 2021 - L’Italia è nel pieno della terza ondata pandemica, divisa tra zone rosse e zone arancioni. In questo scenario di allerta, dove le restrizioni la fanno da padrone, sono ancora tre i mantra che ci vengono ripetuti dagli esperti: mantenere le distanze, lavarsi frequentemente le mani e indossare le mascherine. Ed è proprio su quest’ultimo punto che sorgono diversi dubbi. Sappiamo che le mascherine FFP2, appartenenti ai dispositivi di protezione individuale (DPI), sono di gran lunga fra le più utilizzate, insieme a quelle chirurgiche.
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L’Unione Europea (norma EN 149:2001) classifica le mascherine facciali filtranti in FFP 1,2,3. Le mascherine denominate con le sigle FFP1 hanno circa il 72% di capacità filtrante, le FFP2 arrivano circa al 92% di capacità filtrante, mentre le FFP3 fino al 98% di capacità filtrante. Fra queste tre tipologie quella più utilizzata dai cittadini è la via di mezzo, ovvero la FFP2. Il suo pregio principale è che, a differenza delle chirurgiche, protegge non soltanto gli altri, ma anche chi la indossa. Sì, ma quanto dura questa protezione?
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Mascherine FFP2: quante ore dura la protezione?
Le mascherine di tipo FFP2 hanno un alto potere filtrante in uscita e verso chi le indossa (oltre il 90%). Sono consigliate a chiunque si trovi in una situazione ad alto rischio, che può essere rappresentata, per esempio, da spazi chiusi con poco ricambio d’aria e affollati. La domanda che molti si pongono è: quante ore dura questo scudo? Indicativamente possiamo contare su una protezione sicura per circa 8 ore consecutive. Nell’uso quotidiano, se indossata per poco tempo e in situazioni non ad alto rischio di contagio, una mascherina FFP2 monouso può essere utilizzata una seconda volta, tenendo però presente che la sua capacità filtrante potrebbe essere ridotta.
Monouso o riutilizzabili?
Passiamo ora al secondo punto: è possibile riutilizzare questi dispositivi previo operazioni di sanificazione? Le mascherine FFP2 possono essere monouso (catalogate dalla sigla NR - non riutilizzabili) o riutilizzabili (identificabili dalla lettera R). Nella maggioranza dei casi le filtranti FFP sono usa e getta. È fondamentale leggere la dicitura che si trova su di esse per capirlo. Oltre al marchio CE, infatti, le semi-maschere filtranti riportano il codice della normativa EN 149 con l’anno di riferimento, la classificazione FFP e l’indicazione obbligatoria R o NR, e quella opzionale D. “R” sta per riutilizzabile, “NR” per non riutilizzabile, mentre “D” si riferisce a eventuale test di intasamento.
Indicazioni generali
A prescindere dal fatto che la nostra mascherina sia riutilizzabile o monouso è utile seguire alcune indicazioni prima, durante e dopo l'utilizzo, per non metterne a rischio la capacità filtrante:
- prima di indossarla lavare bene le mani;
- afferrarla dagli elastici e posizionarla in modo da coprire correttamente naso e bocca;
- controllarne il verso;
- durante l’utilizzo è bene manipolarla il meno possibile ed evitare di riporla in tasca o a contatto con oggetti e/o superfici potenzialmente pericolosi;
- quando la togliamo è sempre bene sfilarla dagli elastici. E’ fortemente consigliato lavarsi con cura le mani.
Mascherine chirurgiche
La mascherina chirurgica è largamente utilizzata. Si tratta di una mascherina usa e getta che può essere indossata per massimo una giornata. Come chiarito sul sito dell’Ospedale San Raffaele:“Le mascherine chirurgiche sono efficaci nel ridurre il contagio solo se utilizzate in modo corretto da tutti, ossia hanno una funzione “comunitaria”. La loro capacità filtrante è soprattutto verso l’esterno: questo significa che le eventuali secrezioni respiratorie vengono bloccate dalla mascherina, evitando la fuoriuscita di droplet e goccioline potenzialmente infette. Utilizzarle in modo improprio può renderle però totalmente inefficaci.”