Mascherine al chiuso dall'1 maggio: dove resta l'obbligo. Speranza frena

Il ministro: "Decisione prossima settimana". Il sottosegretario Costa: "Passare da obbligo a raccomandazione". Esperti divisi

Roberto Speranza in Senato (Ansa)

Roberto Speranza in Senato (Ansa)

Roma, 22 aprile 2022 - La cautela di Speranza e la sicurezza di Costa. Ministro e Sottosegretario alla Salute procedono a due velocità sulla strada che porta all'addio alle mascherine al chiuso dall'1 maggio. "Il 30 aprile finisce l'obbligo di utilizzo" dei dispositivi di protezione, dice Costa. "Credo che dopo due anni di pandemia, regole e restrizioni, ci sia consapevolezza maggiore da parte dei cittadini", aggiunge. Ben più cauto Speranza che parla di decisione finale che sarà presa "la prossima settimana" e "dopo un confronto con la comunità scientifica". L'orientamento del Governo è quello di abbandonare l'obbligo del dispositivo al chiuso, salvo alcune eccezioni. Ma gli esperti in proposito sono divisi, tra un Pregliasco che definisce "assolutamente consigliabile" mantenere la prescrizione e un Bassetti che la ritiene "fuori dal mondo". Per Speranza "la voce dei medici è importate e va ascoltata. Ora dobbiamo sviluppare il nostro confronto politico. Io tradizionalmente sono dell'idea che più si tiene impianto di precauzione è più si contiene la pandemia che è ancora in corso, come ci dicono i numeri. Siamo fuori dall'emergenza grazie ai vaccini, ma non siamo fuori dalla pandemia", il monito del ministro.

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Qualcosa a maggio cambierà, è certo. Circolano da giorni diverse indiscrezioni su quella che potrebbe essere la mediazione dell'esecutivo. Costa spinge per passare "da un obbligo a una raccomandazione", ma si allinea su quelli che dovrebbero essere i casi in cui resterà la mascherina al chiuso. La sensazione è che la partita non sia del tutto chiusa e che dall'andamento di contagi e ospedalizzazioni possano scaturire alcune sorprese dell'ultimo minuto. 

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Mezzi di trasporto

La riflessione si apre sui mezzi di trasporto, ovvero bus, metro, tram, treni e aerei. Qui l'obbligo sembra destinato a restare, per lo meno in una prima fase. Si dovrà indossare la mascherina Ffp2, almeno fino a quando la curva dei contagi non consentirà il via libera. Presumibilmente, i mezzi saranno fra gli ultimi luoghi chiusi a veder cadere l'obbligo.

Cinema e teatri

Il dispositivo di protezione resterà probabilmente obbligatorio per andare al cinema o a teatro. E così sarà anche per gli stadi e i palazzetti dello sport. Una scelta prudenziale che, ad esempio, non adottano Francia e Spagna che proprio in questi giorni hanno rimosso la prescrizione per il pubblico nei cinema. Sul tema, nei giorni scorsi il ministro della Cultura Dario Franceschini non si è sbilanciato. "Forse le persone che vanno al cinema o al teatro si sentono più sicure se tutti gli spettatori vicino a loro tengono la mascherina, come dimostra l'affluenza nei teatri", ha detto. Ammettendo però che "nei cinema c'è un problema più difficile di ripresa e noi continueremo in tutti i modi a sostenere le sale cinematografiche".

Lavoro

Un grande punto interrogativo aleggia sulla mascherina al chiuso nei luoghi di lavoro. Il problema si pone per chi opera in spazi condivisi, dove il distanziamento non è possibile e l'obbligo potrebbe restare. Magari limitato all'utilizzo delle chirurgiche e non delle Ffp2. Si pensi a chi ha contatti con il pubblico in supermercati, negozi e ristoranti. Oppure negli uffici pubblici. Non è escluso che in questi casi resti l'obbligo solo per chi lavora e non per i clienti o gli utenti. Anche se sarebbe una decisione facilmente oggetto di critiche. In generale, per quanto riguarda le aziende, dal primo maggio sarà con ogni probabilità il datore di lavoro stesso a fissare le regole per gli spazi interni.