Mascherina all’aperto, stop tra una settimana

Il Cts verso l’ok alla fine dell’obbligo dal 28 giugno, quando tutta l’Italia sarà bianca. "Ma andrà portata e usata in caso di assembramenti"

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di Alessandro Belardetti

L’obbligo di indossare la mascherina all’aperto in Italia ha i giorni contati. Il pressing del centrodestra e il crollo dei contagi, dovuto alla campagna vaccinale, hanno spinto il governo ad accelerare la scelta di spostare il dispositivo di protezione dal volto alla tasca. Ora la palla è nelle mani del Cts, che oggi comunicherà il proprio parere. La data sullo stop sarà calcolata anche in base alla percentuale di popolazione vaccinata, tenendo conto delle somministrazioni sia per la prima che per la seconda dose. L’ipotesi principale è di introdurre la fine dell’obbligo quando tutta Italia sarà zona bianca (manca solo la Val d’Aosta), ovvero il 28 giugno. Ma resta in campo anche la via della massima prudenza, ovvero posticipare l’obbligo fino alla settimana successiva, ovvero il 5 luglio.

Togliendo la mascherina, bisognerà comunque mantenere il distanziamento se non si è congiunti e andrà indossata nei luoghi a rischio assembramento. Si va verso quindi una svolta a piccoli passi: non sarà un addio quello alla mascherina. Si terrà in tasca e in caso di raduni o vicinanza di altre persone, anche all’aperto, andrà tirata fuori e indossata. Poi, in autunno si vedrà a seconda dell’andamento della pandemia. Intanto oggi l’Alto Adige – in autonomia – dice addio alle mascherine all’aperto. La mascherina (basterà quella chirurgica) dovrà essere indossata sempre nei luoghi al chiuso e all’aperto in caso di assembramenti di persone. "Pure io quando sono all’aperto ora la tengo sotto al mento, ma se si avvicinano delle persone o si crea un gruppo, la alzo su naso e bocca – spiega il professor Massimo Galli, ordinario di Malattie infettive dell’università statale e primario dell’Ospedale Sacco di Milano –: ci deve guidare il buon senso. Quando è giusto togliere l’obbligo? Non è una questione di tempo: dobbiamo ricordare che la mascherina è uno strumento e ci è servita. La vaccinazione ci salva dall’ospedale e dal cimitero, ma non dal contagio. Avere le mascherine a disposizione quando c’è tanta gente non mi è un gran sacrificio, ci aiuta a tenere bassa la circolazione del virus". Nel Comitato tecnico scientifico, a proposito dell’indirizzo da dare al governo sullo stop alle mascherine, restano timori sulla diffusione della variante Delta, in particolare per i vaccinati solo con prima dose, che non sarebbero abbastanza protetti da evitare il contagio. "Possiamo dire che i vaccini dovrebbero evitarci le tragiche ondate come l’anno scorso, ma le nuove varianti potrebbero crearci qualche problema – conclude il professor Galli –. L’Italia potrà anche avere una bassa circolazione di variante Delta, ma in altri Paesi i vaccini somministrati sono pochi e le frontiere aperte consentono al virus di spostarsi agevolmente. La pandemia si potrà dire terminata quando la maggior parte dei popoli che viaggiano avrà una buona copertura vaccinale".

Una ricerca dell’università britannica di Bristol, svolta in 56 Paesi tra cui l’Italia, evidenzia che l’uso delle mascherine è associato a una notevole riduzione nella trasmissione del virus Sars-CoV-2, al punto da far scendere l’indice di contagio Rt del 25,8%, e la loro diffusione in tutto il mondo è stata solo in minima parte influenzata dal fatto che alcuni governi abbiano reso obbligatorio indossarle. Per i ricercatori, coordinati dall’informatico Gavin Leech, "fattori diversi devono avere contribuito alla diffusione" e, fra questi l’informazione è uno dei più efficaci: dalla comunicazione dei vantaggi che offrono le mascherine alle linee guida per indossarle correttamente.