Giovedì 18 Aprile 2024

Martina Rossi senza pace. La gaffe del Coni: premio al condannato

Morì per sfuggire allo stupro. Le polemiche e il dietrofront ad Arezzo

Martina Rossi (Ansa)

Martina Rossi (Ansa)

Un anno fa fu condannato in Cassazione a tre anni di reclusione (insieme a Luca Vanneschi) per aver tentato di stuprare Martina Rossi a Palma di Maiorca. E lei, scappando da quell’aggressione in una stanza di albergo, era precipitata dal sesto piano, lasciando sul selciato i suoi vent’anni carichi di sogni. Oggi che Alessandro Albertoni ha ancora un conto aperto con la giustizia, che deve eseguire la condanna e decidere se accogliere – o meno – la richiesta di affidamento ai servizi sociali, doveva essere il Coni a premiarlo nella Sala dei Grandi della Provincia di Arezzo per meriti sportivi. Albertoni, all’epoca della tragedia, era campione mondiale di motocross. Per il Coni era da medaglia di bronzo: il premio sarebbe dovuto essere consegnato sabato. "L’assegnazione è avvenuta d’ufficio, ora mi hanno segnalato l’episodio e non avevo associato il nome ai fatti", spiega Alberto Melis, delegato provinciale del Coni che, in serata – d’accordo con Roma, col presidente toscano e la Provincia – ha annullato l’evento e revocato la benemerenza ad Albertoni.

Ma è dalle parole di mamma Franca che arriva lo sdegno per l’ennesima offesa a Martina. "Lo dico da cittadina: sono questi i valori dello sport? È possibile distinguere l’uomo dallo sportivo? Spero sia stata una svista oppure gli serviva una medaglia da appendere al petto in vista dell’udienza al tribunale di Sorveglianza? Da mamma di una figlia uccisa mentre scappava da una violenza sessuale non riesco invece a parlare, sono ancora troppo indignata da quanto è accaduto in questi 10 anni di processi". Il caso fu archiviato frettolosamente come suicidio in Spagna: solo la pervicacia di papà Bruno e mamma Franca riuscì a far riaprire le indagini in Italia. L’anno scorso il sigillo della Cassazione che si è arresa invece alla prescrizione sul reato di morte come conseguenza di altro reato. "Non ho parole, l’iniziativa si commenta da sola", chiosa l’avvocato Luca Fanfani.