Giovedì 18 Aprile 2024

Marmolada, l'infinito duello per il ghiacciaio. Il Tar: "Appartiene al Trentino"

Respinto il ricorso del Veneto, il tribunale del Lazio conferma i confini del 1982 (stabiliti dal presidente Pertini)

Tre scalatori in cordata sul ghiacciaio della Marmolada (foto di repertorio)

Tre scalatori in cordata sul ghiacciaio della Marmolada (foto di repertorio)

Trento, 16 marzo 2023 - Le Dolomiti, e la Marmolada come sua cima più iconica, non sono solo le montagne più belle del mondo come afferma con grande orgoglio Reinhold Messner che di esse ne ha fatto un museo (anzi sei), ma anche le più contese, e spesso aspramente, fra le regioni sulle quali si estendono. Veneto e provincia autonoma di Trento non hanno mai seppellito l’ascia di guerra per assicurarsi lembi di questo Paradiso d’alta quota, che non sono solo bellezza pura ma anche valore economico contando i turisti che raggiungono questo Eden da tutto il mondo. L’ultimo caso, che si dovrebbe essere chiuso definitivamente col pronunciamento del Tar del Lazio, riguarda tre chilometri quadrati di montagna contenenti proprio il ghiacciaio della Marmolada.

Legalmente esso appartiene in via definitiva al territorio del comune di Canazei, quindi al Trentino, ma la soluzione geografica scelta dalle toghe non chiuderà il contenzioso morale fra le varie amministrazioni. I giudici hanno decretato che, al di là dei ricorsi, vale ciò che nel 1982 decise l’allora presidente della Repubblica Sandro Pertini (che si era avvalso di un parere conforme del Consiglio di Stato), cioè che la linea di demarcazione "in aderenza alle deliberazioni delle commissioni internazionali del 1911" doveva essere quella rappresentata dalla frontiera fra Regno d’Italia e Impero asburgico. In parole povere che Rocca Pietore, bellicoso comune della provincia di Belluno, quindi Veneto, era sì "proprietario" dei territori di arrivo delle funivie a monte, Serauta e Punta Rocca (e queste il Tar non le ha toccate), ma doveva cedere al dirimpettaio Canazei (provincia di Trento) l’intero perimetro del ghiacciaio, importante dal punto di vista geologico e paesaggistico, spettacolo affascinante e onusto di gloria, ma anche luogo di una recente, triste, sciagura con lauta perdita di vite umane: 11 escursionisti morti, travolti dal ghiaccio per la rottura di un seracco il 3 luglio 2022.

Canazei era stato il primo a intraprendere nel 1973 una disputa ufficiale sui confini, quando chiese che l’intero ghiacciaio fosse inserito nel proprio Comune, mentre il Veneto gioiva per avere riconosciute parti dello stesso basandosi sulle vicende della Grande Guerra. Che ancora stimolano la polemica del sindaco di Rocca Pietore, Severino Andrea De Bernardin: "Ho sempre pensato che l’unica sentenza da rispettare fosse quella dei nostri soldati. Non si è mai tenuto conto di un dato fondamenta le: nel 15-18 l’esercito italiano e quello austroungarico combatterono sulla base delle stesse cartine geografiche che fissavano il confine tra i due Stati proprio nel mezzo del ghiacciaio. Non mi piace pensare che un decreto, per quanto firmato da un Presi dente della Repubblica, abbia più valore del sangue versato su quella frontiera".

E se il Tar sostiene che la correttezza dei confini dettati da Pertini è confermata anche da rilevamenti effettuati con "precise e accurate tecnologie", dovrebbe però valere anche la poesia della natura: "L’estate cancella i ricordi proprio come scioglie la neve, ma il ghiacciaio è la neve degli inverni lontani, è un ricordo d’inverno che non vuole essere dimenticato". Parole di Paolo Cognetti.