Marmolada, guida del soccorso alpino: "Mai vista una cosa del genere"

Gino Comelli: "Imprudenze? No. Se ieri avessi avuto clienti sarei salito anch'io. E non si può chiudere la montagna"

Marmolada un distacco di roccia ha provocato l'apertura di un crepaccio (Ansa)

Marmolada un distacco di roccia ha provocato l'apertura di un crepaccio (Ansa)

Marmolada, 4 luglio 2022 - Potrebbero essere una ventina i dispersi nel crollo sulla Marmolada, sei vittime nel bilancio provvisorio. Quel numero, non ufficiale, passa di bocca in bocca tra i soccorritori. Mancano all'appello anche due guide.

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Gino Comelli, 68 anni, del Soccorso alpino Alta Val di Fassa, non sa darsi pace. Guarda in alto verso la cima della Regina delle Dolomiti, lassù in vetta si vede un gran buco. Lassù c'è ancora una massa di ghiaccio  pericolosamente in bilico. "Mai vista una cosa del genere, mai successo niente di simile".

Gino Comelli del Soccorso alpino Alta Val di Fassa
Gino Comelli del Soccorso alpino Alta Val di Fassa

Strage sulla Marmolada, "Sì, un crollo annunciato"

Oggi al capezzale della Marmolada arriveranno anche gli specialisti del Veneto e del Trentino, i geologi che sanno tutto della vita dei ghiacciai. Comelli spiega così il crollo: il caldo ha sciolto il ghiaccio, il ghiaccio è diventato acqua, la pressione dell'acqua ha staccato il seracco. Chiarisce: "Non si può parlare di una valanga, la valanga è un'altra cosa". 

Tutto attorno ci sono postazioni di giornalisti con le telecamere fisse sulla cima. I pastori osservano, il campo base dei soccorritori è di là dal lago. Arriva un elicottero che porta in quota il titolare di un rifugio. Anche oggi sarà una giornata troppo calda e troppo rischiosa per fare le ricerche sul terreno. Si useranno i voli a bassa quota. I soccorritori hanno già analizzato le immagini raccolte questa notte con i droni, un alleato di chi cerca ancora segni di vita sulla montagna. Però Comelli da guida esperta non si fa illusioni. Il ghiaccio,  dice, non lascia scampo.

Ma ci sono state imprudenze da parte degli escursionisti? Ci sono state negligenze da parte di chi poteva sbarrare il passaggio e non l'ha fatto, con quelle temperature troppo calde  con 10 gradi a 3.500 metri? "No - risponde l'uomo del soccorso alpino -. Se ieri avessi avuto clienti sarei salito anch'io. E non si può chiudere la montagna, non si può limitare la libertà delle persone". Insiste: "Questo evento era imprevedibile. Mai successo qui nulla di simile".

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