Venerdì 19 Aprile 2024

Mariupol lotta fino all’ultimo respiro "Resteremo per sempre Ucraina"

Scontri strada per strada. I russi conquistano il porto, Kiev nega la resa. Il sindaco: "Almeno 20mila morti"

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di Alessandro Farruggia

Ancora bombe e combattimenti strada per strada. L’unica cosa certa è che la battaglia di Mariupol continua e che la sorte delle truppe ucraine – non più di 3 mila uomini rimasti tra marines della 36° brigata e battaglione Azov contro 10 mila russi – è sempre più disperata, visto che i rifornimenti sono impossibili. "I russi – è il grido di dolore e orgoglio del sindaco Vadym Boychenko – hanno distrutto gli ospedali e tutta la città. Le vittime civili sono almeno 20 mila. Questo è un genocidio lanciato da un criminale di guerra, Putin, contro la nostra nazione. Mariupol resterà per sempre ucraina. Finché resisteremo, resisterà anche l’Ucraina". "Oltre 130mila persone restano intrappolate in città", ha aggiunto il suo vice Sergey Orlov a "Otto e Mezzo".

Entrambe le parti fanno ragionevolmente propaganda sull’andamento della battaglia e non c’è modo di avere credibili valutazioni indipendenti. "Nella città di Mariupol – sostiene il portavoce del ministero della Difesa russo, il maggiore generale Igor Konashenkov – il porto commerciale è stato completamente liberato dai membri della formazione nazista Azov. Tutti gli ostaggi tenuti dai nazisti sulle navi nel porto sono stati rilasciati. Quanto resta delle truppe ucraine e delle unità Azov in città sono bloccati e privati dell’opportunità di fuggire dall’accerchiamento". Non solo. Secondo il portavoce del ministero della Difesa russo, ieri, nei pressi dell’acciaieria Azovstal, si sono volontariamente arresi alle truppe russe "1.026 militari ucraini della 36° brigata di marina, tra i quali ci sono 162 ufficiali e 47 soldatesse". Il portavoce del ministero della Difesa ucraino ha però smentito la notizia.

Di contro Aleksey Arestovich, consigliere del capo dell’ufficio del presidente ucraino, ha confermato la notizia della rottura dell’assedio da parte dei marines ucraini, che si sarebbero ricongiunti con il battaglione Azov. "A Mariupol – ha sostenuto – le unità della 36esima Brigata Marine, a seguito di una manovra complessa e molto rischiosa hanno sfondato per unirsi al reggimento Azov, che ha fornito professionalmente copertura a questa manovra. Ora le loro posizioni sono molto più forti". "Ieri – ha detto in un messaggio video il comandante del reggimento Azov, Denys Prokopenko – ci siamo uniti con dei veri combattenti che sono rimasti fedeli al proprio giuramento e ora difenderanno insieme a noi la città. Sono dei veri uomini che hanno scelto la strada di guerra. Non fate degli eroi di coloro che si sono arresi volontariamente e che hanno scelto la strada di vergogna". Da notare che Prokopenko sembra confermare che una parte degli ucraini si sia davvero arreso.

I russi stanno facendo di tutto per conquistare la città entro fine mese e per celebrarvi il 9 maggio una parata della vittoria. "Secondo le nostre informazioni, a Konstantin Ivashchenko, l’autoproclamato sindaco filorusso di Mariupol – ha sostenuto ieri Petro Andryushchenko, consigliere del sindaco legittimo, Vadym Boychenko – è stato ordinato di ripulire parte del distretto centrale della città dai detriti e dai cadaveri per permettere la sfilata del 9 maggio".

Nel frattempo i russi continuano i preparativi per l’annunciato tentativo russo di prendere tutto il Donbass. Secondo fonti Nato l’attacco potrebbe iniziare in una decina di giorni, ma per gli ucraini potrebbe scattare già sabato o domenica. I russi contano di schierare circa 90-100 mila uomini più i 40 mila combattenti delle repubbliche filorusse del Dombass a fronte di circa 60-70 mila truppe regolari ucraine e 20-30 mila uomini della Guardia Nazionale ucraina.