"Marinella è morta nell’indifferenza" Il sindaco: andiamo tutti al funerale

Il corpo scoperto dopo due anni. "Le dobbiamo quell’abbraccio che è mancato quando era in vita. Come a un parente"

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di Roberto Canali

Aveva aperto il mandato con un padre che si era dato fuoco in un appartamento in periferia insieme ai suoi quattro figli, l’ha chiuso con la tragedia dell’anziana morta in casa e ritrovata solo due anni e mezzo dopo. Due storie disperate accomunate da un’immensa solitudine, quella di cui sente tutto il peso sulle proprie spalle il sindaco di Como, Mario Landriscina, che ha invitato i suoi concittadini a dare, almeno nel momento dei funerali, quell’abbraccio che alla signora Marinella nessuno ha dato quando era ancora in vita.

Che appello si sente di fare?

"Dobbiamo metterci un po’ di cuore nelle cose e andare a capire, i funerali non servono a chi se n’è andato, ma per chi rimane, in questo caso per tutta la nostra comunità. Tutti noi dobbiamo caricarci questo dramma sulle spalle".

Che idea si è fatto?

"Non voglio gettare la croce addosso a nessuno. Per riguardo soprattutto della signora Marinella che merita tutto il nostro rispetto. Di sicuro questa donna era molto sola. Finora non si è fatto vivo nessun parente. Siamo pronti a farci carico di ogni spesa, ma dovremo rispettare le procedure previste in questo caso dalla legge e naturalmente attendere l’esito dell’autopsia disposta dalla Procura".

Era sconosciuta anche ai servizi sociali?

"Abbiamo verificato, non ci risulta abbia mai avanzato richieste di aiuto e non ci risultano pratiche a suo nome. Come hanno giustamente evidenziato i mass media si è trattato di una dramma della solitudine, amplificato nelle sue conseguenze dal fatto di essere capitato in un periodo in cui tutta Italia era chiusa in casa per la prima ondata del Covid e il conseguente lockdown".

A svelare il mistero sulla fine della signora Marinella è stato il vento. Non le sembra paradossale in una città di neppure 90mila abitanti?

"Viviamo in tempi di grandi contraddizioni. La tecnologia ci ha messo a disposizione strumenti in grado di monitorare costantemente le nostre condizioni di salute, ci sono i dispositivi salvavita che consentono di allertare i soccorsi schiacciando un semplice bottone. Inutile dire che questa signora ne era del tutto sprovvista. La tecnologia però non può diventare un alibi per nascondere l’indifferenza. Un tempo nei condomini ci si conosceva tutti e bastava non ritirare la posta per un giorno per trovarsi i vicini che scampanellavano alla porta. Oggi facciamo fatica a ricordare il nome di chi vive un paio di piani sopra il nostro e le occasioni di conversazione spesso si riducono a sapere se è stato consegnato o meno un pacco di Amazon. Per questo non mi sento di giudicare i comportamenti dei vicini che in questo caso abitavano in altre abitazioni e non si sono accorti di nulla. Quello di cui mi interrogo è quanti casi di questo genere ci sono in una città di 90mila abitanti come la nostra".

Sospetta siano tanti?

"Oggi nessuno può dirlo, ma questa tragedia che vede protagonista la nostra città deve servirci a non ignorare più chi ci sta accanto. Spero che a partire da Como le persone si facciano avanti per segnalarci anzitutto le loro fragilità, ma anche le solitudini e gli stati di necessità altrui".

Qualcuno propone di mettere in Rete servizi sociali e associazioni per creare una rete di aiuto alle persone sole. Potrebbe essere una buona idea?

"Ogni iniziativa rivolta a evitare queste tragedie è benvenuta. Toccherà ai magistrati e ai medici ricostruire esattamente quel che è accaduto, ma noi come società civile possiamo fare in modo che non si ripeta. La qualità di vita di una comunità si misura anche a partire dalle relazioni sociali delle persone che vi abitano".

Come hanno reagito i suoi concittadini in questi giorni?

"Li ho sentiti molto scossi e coinvolti. In tanti si sono fatti avanti telefonando in municipio per farsi carico dei funerali della signora Marinella. Alcuni hanno si sono offerti di pagare tutte le spese, altri sono disposti a mettere a disposizione la tomba di famiglia. Per questo mi auguro che il giorno dei funerali, quando potremo farli, pur nel rispetto delle norme per sul distanziamento, siano in tanti a partecipare ai funerali. Marinella non aveva parenti, o almeno nessuno di loro si è fatto ancora vivo, facciamola diventare la mamma, la nonna o la zia di tutti noi".