Giovedì 18 Aprile 2024

Marine giura: non uscirò dalla Ue Emmanuel va a caccia degli over 50

Ballottaggio, Macron smorza i toni sulla riforma che innalza l’età minima per andare in pensione a 65 anni

Migration

"MacronLe Pen, duello su un campo di rovine", titola Le Monde. Il giorno dopo il voto al primo turno delle presidenziali, il paesaggio politico appare devastato: i partiti tradizionali (gollisti, socialisti, comunisti) sono stati spazzati via. Un terzo incomodo è salito con prepotenza sul palcoscenico, il leader dell’ultra gauche Jean-Luc Mélenchon, oggi il vero arbitro dei giochi: l’esito finale, più che mai incerto, dipenderà proprio dalle scelte che faranno i suoi seguaci.

In apparenza Emmanuel Macron sembra avvantaggiato: ha 4 punti più di Marine Le Pen e ha sventato il pericolo del sorpasso. Con il 27,8% dei suffragi (9 milioni 785 mila voti) si trova in pole position, confortato anche dal fatto di aver migliorato il risultato precedente: nel 2017, anno del trionfo, aveva avuto un milione di voti in meno rispetto a quelli di domenica. Il suo problema però è il fatto di non disporre di un grande serbatoio di voti cui attingere, dal momento che la destra dei Républicains è dissanguata. Marine Le Pen invece può contare sull’appoggio di Zemmour, dei dissenzienti in seno ai Républicains e in generale di tutti coloro – e non sono pochi – che si ritengono penalizzati dalla politica di Macron in cinque anni di Eliseo. Basti pensare che una buona fetta della France Insoumise, il 30% dei seguaci di Mélenchon, voterà Le Pen, mentre il 34% sceglierà Macron e il 36% diserterà le urne.

Per Marine la prova di domenica ha rappresentato un successo personale: con il 23,1%, pari a 8 milioni e 136 mila voti, ha registrato non solo un risultato migliore di quello del 2017 (21%, 7 milioni 659 mila voti), ma anche lo score più alto dell’estrema destra negli ultimi vent’anni.

Tre partiti – République en Marche, Rassemblement National e France Insoumise – totalizzano il 75% dei voti. Due, quelli di Mélenchon e Le Pen, sono partiti estremisti. Un altro partito estremista, quello di Eric Zemmour, si è trovato spiazzato: i sondaggi gli promettevano il 17%, ma ha avuto solo il 7. Costretto a dirottare i suoi voti su Marine, resta nell’ombra in attesa di rifarsi, chissà, alle legislative del giugno prossimo. Al suo fianco dovrebbe esserci ancora Marion Maréchal Le Pen, la biondina che ha tradito la zia Marine, commettendo l’errore più grosso della sua vita.

Uno sguardo alle altre formazioni dà l’idea del disastro. Il partito della destra Les Républicains, rappresentato dalla presidente della regione Ile-de-France Valérie Pécresse, è tramortito: ha avuto solo il 4,7%. Una batosta memorabile: 5 anni fa il gollista François Fillon si era aggiudicato il 20%. Ieri la povera Pécresse ha preso la parola in tv per chiedere aiuto ai militanti. "La nostra situazione finanziaria è critica. Non abbiamo ottenuto il 5% e quindi lo Stato non rimborserà i 7 milioni di euro che abbiamo speso. Bisogna organizzare una sottoscrizione urgente. Io sono personalmente indebitata per 5 milioni di euro", ha annunciato con aria affranta. Idem per Yannick Jadot, leader dei Verdi, che si è fermato al 4,5% e deve rimborsare 2 milioni di euro. Nella schiera dei perdenti troviamo anche il comunista Fabien Roussel (2,2%), la socialista Anne Hidalgo (1,74) e altri candidati minori: su 12, ben 8 sono rimasti sotto la soglia del 5%.

L’analisi dello scrutinio mostra che hanno votato per Macron i quadri e gli anziani, gli abitanti delle grandi città e gli europeisti. Si sono espressi a favore della Le Pen molti impiegati e operai e in generale i lavoratori prossimi alla pensione (che Macron vuole portare all’età di 65 anni). I giovani al di sotto dei 35 anni hanno scelto in massa Jean-Luc Mélenchon.

I due finalisti sono già al lavoro: ieri Macron si è recato nel feudo lepenista della Haute France, nel nord del Paese, mentre Marine è andata a trovare gli agricoltori della Yonne, a sud di Parigi. "Sono consapevole delle fratture del nostro Paese, ma voglio convincere i francesi", ha detto il presidente francese uscente. "Combatto le idee di Le Pen, ma la rispetto così come rispetto i suoi elettori", ha aggiunto Macron precisando che non intende "dividere il Paese" sulla sua proposta di innalzare l’età pensionabile a 65 anni.

"Il presidente fa il processo alle intenzioni, io non voglio uscire dall’Unione europea, voglio solo cambiarne la struttura", ha invece ribadito la candidata del Rassemblement National. "Posso vincere al secondo turno", ha assicurato.

Il 20 aprile, 4 giorni prima del secondo turno, si sfideranno a duello in tv. Audience garantita ai massimi livelli.

Giovanni Serafini