Venerdì 19 Aprile 2024

Maria Falcone ci ricorda cos’è il pudore

Lucetta

Scaraffia

Mentre tutti hanno inneggiato al libro autobiografico di llda Boccassini perché ha saputo “mettersi a nudo” nel raccontare anche gli aspetti più intimi della sua vita, la sorella di Giovanni Falcone ha giudicato la scelta di Boccassini un segno preoccupante dello smarrimento di ogni senso del pudore della nostra società. Pudore dei propri sentimenti, ma anche nei riguardi dei sentimenti di chi non può più intervenire per dare la sua versione dei fatti.

Senza dubbio le parole di Maria Falcone mettono sotto accusa una caratteristica della nostra civiltà, dove tutti trovano normale mettersi in mostra in ogni momento, mandare in giro fotografie più o meno private, spesso rendendole pubbliche, e perfino esibire i propri sentimenti più intimi in interviste e in scritti autobiografici. Nel contesto di una civiltà in cui il pudore non è più considerato un valore, ma una colpevole forma di ipocrisia: come se mettere tutto in piazza costituisse una prova di onestà e di trasparenza.

La nostra tradizione ci mette in guardia da questa idea. Esiodo, il più antico dei poeti greci, profetizzava: "Verrà un giorno in cui Pudore e Vergogna si copriranno il corpo con candide vesti e torneranno all’Olimpo, tra gli dei, lasciando la stirpe mortale, e allora resteranno solo atroci malanni agli uomini, e al male non vi sarà più rimedio". Oggi filosofi e psicanalisti ricordano che il pudore appartiene solo agli esseri umani, ed è ciò che li definisce come tali. E aggiungono che non si tratta di una censura dell’autenticità dell’espressione di sé, bensì di una protezione dell’identità di ciascuno.

Il sentimento del pudore esiste in tutte le culture, se pure con caratteristiche diverse, e non può certo essere sostituito dalle leggi sulla privacy, ma deve far parte del nucleo profondo dell’educazione. Tant’è vero che l’assenza totale di pudore è sempre stata considerata un segno di alterazione mentale.