Marea record, il Mose salva Venezia La rivincita dell’opera contestata

La barriera (con le sue dighe mobili) dopo anni di proteste e inchieste giudiziarie, era al primo vero ‘stress test’. Il livello dell’acqua aveva raggiunto i 173 centimetri. Il ministro Salvini punge: "I ’signor no’ devono ricredersi"

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È stato il primo vero "stress test" per le 78 dighe mobili del Mose, quello che ieri ha impegnato i tecnici del Consorzio Venezia Nuova, a un anno e mezzo dal primo sollevamento completo, avvenuto a luglio 2020, dopo scandali e polemiche sull’utilità dell’opera. Alle 09.40 l’acqua alta a Venezia ha raggiunto i 173 centimetri sul medio mare, ed è stata fermata con successo dalle paratoie, messe in funzione dalle 2 sulle tre bocche di porto. Contemporaneamente, alla Punta della Dogana della Salute, nel centro storico lagunare, sono stati misurati solo 62 centimetri di marea.

Senza il Mose l’82% della città storica sarebbe stato allagato: le previsioni davano un picco di 170 centimetri, il terzo nella storia dopo le ‘acque grande’ del 4 novembre 1966 (194) e del 12 novembre 2019 (187). L’altezza d’onda in mare è stata calcolata attorno ai 3 metri, mentre il vento di bora in laguna ha toccato quasi i 53 chilometri orari. In tarda mattinata le dighe alla bocca di porto di Chioggia sono state abbassate per circa due ore, per far defluire verso il mare un po’ d’acqua che si era ‘accumulata’ in laguna. Il sistema è rimasto alzato fino all’una di notte ed è rientrato in funzione verso le 6 di oggi. Dopo il picco-record di ieri permangono le condizioni meteo-marine per altre acque alte molto sostenute, e per questo le dighe resteranno attivate per almeno altri due giorni.

Oggi l’Ufficio maree del Comune prevede 145 centimetri intorno alle 10 e trenta. Stesso livello per le 10 di domani. "È andato tutto secondo le procedure – ha commentato il Commissario straordinario al Mose, Elisabetta Spitz –. È stato un test molto importante. Il lavoro fatto in questi anni ha contribuito in maniera determinante a rendere le operazioni di sollevamento sempre più efficienti". Un test probante, dunque, su un livello eccezionale di marea che solo tre anni fa aveva colpito duramente la Serenissima, e che ha rinfocolato le antiche polemiche tra i sostenitori e gli oppositori dell’opera.

"Il Mose sta fronteggiando la marea più alta da 50 anni (oltre due metri alla Bocca di Porto di Malamocco, ndr) – ha commentato il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini – senza quelle barriere Venezia sarebbe sommersa in maniera catastrofica. Nonostante i ‘signor no’ quelle barriere stanno salvando un patrimonio dell’umanità". Il sindaco Brugnaro ha ricordato l’esposizione di uno striscione davanti alla Basilica di San Marco durante una protesta dei "No Mose": "Denigrare è facilissimo, usiamo la città di Venezia e queste fantastiche scenografie per distruggere il lavoro e la scienza". Anche il presidente veneto Luca Zaia ha ricordato che "se non ci fosse il Mose, avremmo già un disastro su Venezia".

La capogruppo di Alleanza Verdi Sinistra alla Camera, Luana Zanella, dal canto suo, ha contestato Salvini perché "non dice quanto e fino a quando il Mose reggerà, viste le previsioni di un aumento del livello dell’Alto Adriatico dai 41 agli oltre 80 cm entro la fine del secolo, e come intende affrontare la salvaguardia complessiva della città e della laguna".