Venerdì 19 Aprile 2024

"Marco Biagi, mio padre. Lasciato solo dallo Stato"

Lettera del figlio al giuslavorista ucciso dalle Br: perché ti hanno negato la scorta?

Marco Biagi con il figlio Lorenzo quand'era bambino

Marco Biagi con il figlio Lorenzo quand'era bambino

In questi 17 anni che ho passato senza di te, babbo, mi sono sempre chiesto, soprattutto ultimamente, quali altri incarichi di lavoro avresti avuto se tu fossi ancora vivo. Forse saresti potuto diventare addirittura ministro del Lavoro di un qualche governo o forse e più probabilmente avresti continuato a fare quello che tanto amavi e cioè ad essere un semplice professore di diritto del lavoro e delle relazioni industriali a Modena nonché consulente del ministero del lavoro e del governo. 

Quello che so per certo è che avresti continuato a coltivare la passione e l’amore per il tuo lavoro occupandoti anche e soprattutto della tua famiglia come facevi sempre. Sai babbo, provo ancora tanta rabbia per il fatto che lo stato e le istituzioni ti abbiano completamente e gravemente abbandonato lasciandoti senza scorta con la quale ora saresti ancora qui con me Francesco e la mamma, ma voglio anche che tu sappia che nonostante tu non ci sia più io continuo ad avere una gran voglia di vivere la mia vita con tutti i valori che mi avevi insegnato quando ero piccolo e mi chiamavi dolcemente ‘topino’. 

Mi mancano tanto le nostre domeniche allo stadio a vedere il Bologna, quando mi portavi a giocare a calcio ai Giardini Margherita o quando mi portavi con te nei tuoi numerosi viaggi di lavoro all’estero, come quella volta a Oslo in Norvegia.

Come ogni anno anche questo 19 marzo salirò sulla tua bicicletta con cui tornasti a casa da solo quella maledetta sera e parteciperò alla biciclettata che dalla stazione arriva fin sotto casa nostra. In questi anni babbo ho capito non solo quanto era importante e fondamentale il lavoro che svolgevi ma anche e soprattutto noto quante persone ti volevano un gran bene, ti apprezzavano e ti stimavano ed è anche tutto questo che mi riempie il cuore di forza e mi dà sempre il coraggio di andare avanti nella mia vita. 

Avrei tante altre cose da dirti, babbo, ma l’ultima cosa che ti chiedo è di continuare a proteggermi da lassù e ricordati che, nonostante siano passati 17 anni dalla tua morte, le tue idee, il tuo coraggio e la passione che hai sempre messo nel tuo lavoro non smetteranno mai di esistere e di essere ricordate. Ti voglio tanto bene babbo, ti mando un gran sorriso e non essere triste per me perché la mia vita, nonostante tu non ci sia più, è bella comunque e sono tanto felice e orgoglioso di avere avuto come genitore una persona come te.  Il tuo ‘topino’