Frana a Ischia: manutenzione flop. "Canali di scolo? Mai stati puliti"

"Se aspettiamo le alluvioni per dare una pulita è garantito proprio che avremo nuove alluvioni"

I detriti e i resti di alcune auto sulla battigia a Casamicciola

I detriti e i resti di alcune auto sulla battigia a Casamicciola

Ischia (Napoli), 28 novembre 2022 - "Mio nonno mi disse che fu dopo l’alluvione di fango del 1910 che furono fatte delle briglie lungo i tre valloni che scendono su questo versante, valloni che noi chiamiamo ’cave’. Bene. Ma lei lo sa in che stato di manutenzione sono quelle briglie?". Con i piedi nel fango di piazza Bagni, il signor Giuseppe Di Iorio, 70 anni portati bene, ha il viso che si apre in una specie di sorriso che gronda amarezza. "Io ci vado a funghi sull’Epomeo. I valloni li conosco come le mie tasche, e le posso assicurare che le briglie nessuno le pulisce, da anni. La sola pulizia che ricordo fu fatta dopo l’alluvione del 2009. E grazie! Se aspettiamo le alluvioni per dare una pulita è garantito proprio che avremo nuove alluvioni".

"Le briglie magari da sole non bastano – premette – ma di sicuro riducono la velocità dell’acqua e del fango. Se lasciamo che siano colmate da alberi e sassi e anche dal fango che cade dalla montagna ogni anno, le briglie diventano inutili. La ’cava’ diventa una autostrada". E qui Giuseppe Di Iorio affronta di petto il problema dei problemi. "A ogni alluvione danno sempre colpa all’abusivismo. Ora, l’abusivismo c’è, non dico di no. Ma non è questo il problema". Sicuro? " L’abusivismo, la casa costruita dove non si dovrebbe – ribatte – , magari, anzi, sicuramente mette a rischio chi ci abita, ma non è la causa delle alluvioni. Gli abusivi hanno le loro colpe, ma di solito sono le prime vittime e poi si trovano cornuti e mazziati". "Ma affrontare il problema vero, no? – insiste – Fare interventi di protezione sui versanti e poi tenerli puliti ogni anno, no? Siamo sempre noi cittadini di Casamicciola a dovere pagare il prezzo del fatto che non abbiamo santi in paradiso? Veramente, è ’no scaricabarile e noi – muove teatralmente il braccio indicando la piazza piena di fango, alberi, massi e carcasse di auto – ci siamo dentro fino al collo".