Giovedì 18 Aprile 2024

Manovra da 35 miliardi La soddisfazione di Meloni: "Batto gufi e spread Aiuti veri per il ceto medio"

La promessa della premier sul reddito di cittadinanza: dal 2024 sarà abolito. I sostegni e gli incentivi a favore della famiglia valgono oltre un miliardo di euro

Migration

di Antonella Coppari

La coperta è corta, e lei lo sa. Non la può vendere come fosse un cachemire, ma chiede uno sforzo di immaginazione. In conferenza stampa ripete più volte che la prima manovra del suo governo è "politica". Intende dire che le scelte sui temi da privilegiare sono state fatte sulla base della visione della destra, ma è anche un modo per mettere le mani avanti. Insomma, più che raccontare quel che il governo ha fatto in questa legge, promette quel che farà nei prossimi anni. Fatto che non le impedisce di grondare soddisfazione per aver "smentito i gufi" perché "il paventato scatto dello spread non c’è stato".

Ora: la scelta principale della manovra, quella di destinare 21 miliardi, il grosso di una legge che complessivamente ne "cuba", come dice lei, 35 per fronteggiare il caro bollette è obbligata più che politica. E basterà fino ad aprile. Non aveva tutti i torti chi parlava di questa finanziaria come di un decreti Aiuti 5. Il problema si ripresenterà in primavera e il governo confida in quella santa madre Europa che tiene lo ’squilibrio’dei nostri conti nel mirino e nei prossimi giorni esaminerà il testo varato l’altra notte. "Si potrebbe adoperare uno strumento tipo Sure o permettere di usare con maggiore flessibilità fondi che già ci sono", avverte Giorgia.

Un giornalista fa notare – non proprio cortesemente – che per ottenere i buoni uffici di Bruxelles accapigliarsi con Parigi sulla Ocean Viking non è stata una buona idea. La premier, visibilmente stanca, sbotta: "Non so cosa mi si debba insegnare: abbiamo difeso l’interesse nazionale. Abbiamo usato toni molto rispettosi. E comunque con il nostro governo non ci saranno le piaghe d’Egitto". Un minuto dopo, dà il time-out: vado in Confartigianato. Brusio fra i cronisti: avrebbe dovuto ridurre l’introduzione, dice qualcuno. "Non siete stati tanto coraggiosi in altre occasioni – scandisce lei – Non potevo illustrare la manovra in quattro minuti".

Gliene servono diversi per dire che la bussola dell’esecutivo è stata la difesa dei più deboli. Oltre che naturalmente di famiglie e imprese. "Diamo aiuti al ceto medio, non ai ricchi". Si tratta però di buone intenzioni, nell’ipotesi migliore. È vero, per esempio, che la rivalutazione delle pensioni sarà modulata in modo da avvantaggiare con il 120% le minime e da penalizzare le più alte fino al 35%, però le suddette minime passano da 523 a 570 euro. La scelta di portare da 12mila a 15mila euro il tetto Isee per i bonus familiari, poi, è controbilanciata dall’eliminazione del fondo sulla benzina, che penalizzerà tutti. Senza contare l’affondo contro il reddito di cittadinanza in via di smantellamento. È la voce su cui Giorgia si sofferma più a lungo per rassicurare chi ne ha bisogno e non è in grado di lavorare per età o salute, che non lo perderà, e che gli altri 600mila, quelli che potranno usufruirne ancora fino al prossimo agosto, verranno in qualche modo ricollocati produttivamente. Sperarci è giusto, ma difficilmente basterà a rasserenare i diretti interessati. Il cuneo fiscale è un altro tema dolente: quando era all’opposizione, aveva criticato aspramente Draghi perché spalmava i fondi a disposizione invece di concentrarli su cose utili come il cuneo fiscale. Ciò che le rinfacciano di non aver fatto ora le parti sociali. Inevitabilmente qualcuno chiede lumi: Giorgia si inalbera. "Contestai Draghi per aver deciso di mettere gli 8 miliardi sull’Irpef che pensavo avrebbe reso meno. Noi li abbiamo concentrati sul cuneo, e ci siamo dati come obiettivo di legislatura un taglio fino al 5% per i redditi fino a 35 mila euro". Le imprese non stapperanno lo champagne. Come gli autonomi, che avranno un po’ di flat tax. E le famiglie, citatissime, cui va 1 miliardo e mezzo? Anche qui di concreto non c’è molto: il taglio dell’Iva sugli assorbenti porterà un risparmio di 6 euro l’anno, quello sui prodotti dell’infanzia arriverà a 25,2 euro annui. Massima è l’attenzione ad evitare l’accusa di favorire gli evasori: lo scudo fiscale si limiterà alla cancellazione delle bollette fino a mille euro ed inesigibili perché vecchie. Per le somme più alte, si pagherà tutto l’importi. Insomma: una manovra timidissima. Ma il ministro dell’Economia Giorgetti, dopo aver chiarito che "tanti invocavano sfondamenti, ma lo scostamento millimetrico è stato concentrato tutto sull’energia", respinge l’accusa al mittente: "A volte per essere prudenti ci vuole coraggio".