Manifestazioni per la pace a Roma e Milano, scontro a distanza Conte-Terzo Polo

Opposizione divise. Nella capitale la marcia delle organizzazioni con Scout e Sant'Egidio in testa: in piazza Movimento 5 Stelle e Pd. Nel capoluogo lombardo, il corteo con Azione e Italia Viva. Il leader pentastellato avverte il governo: "No all'invio di nuove armi senza passare dal Parlamento". Letta. "Pace è fine dell'invasione russa". Pavia blindata per il corteo di estrema destra

Roma, 5 novembre 2022 - Giornata di manifestazioni per la pace in Italia con la politica protagonista. Divise le opposizioni. A Roma la mobilitazione era organizzata dai sindacati e da centinaia di associazioni che hanno chiesto di non esporre simboli di partito. Ma a intestarsi politicamente la paternità della marcia di fatto è stato Giuseppe Conte, leader M5s, che si pone come interprete di una "maggioranza silenziosa" e pacifista. Hanno partecipato anche gli esponenti Pd che invece sono presenti in pochi e solo a titolo personale alla manifestazione di Milano, guidata da Azione e Italia Viva, con l'ex assessore dimissionario di centrodestra Letizia Moratti. Blindata Pavia, dove l'estrema destra ha indetto un corteo per ricordare Emanuele Zilli, un militante del Msi morto nel 1973, e la Rete antifascista una contromanifestazione che la Questura aveva deciso di limitare a non più di 50 persone (provvedimento poi annullato). È il tetto previsto dal controverso decreto anti rave

Bandiera di 50 metri al corteo romano, organizzato da sindacati e 500 associazioni (Ansa)

La manifestazione a Roma 

Tornando a Roma: nella capitale hanno sfilato decine di migliaia di persone, oltre 100mila secondo gli organizzatori. I manifestanti - in testa Scout e Comunità di Sant'Egido - chiedono a Italia, Ue e Onu di "assumersi la responsabilità del negoziato per fermare l'escalation in Ucraina e raggiungere l'immediato cessate il fuoco", si legge in una nota degli organizzatori che invitano Nazione Unite in particolare a promuovere una "Conferenza Internazionale per la pace (...) per garantire la sicurezza reciproca e impegnare tutti gli Stati ad eliminare le armi nucleari, ridurre la spesa militare in favore di investimenti per combattere la povertà, la transizione ecologica, e il lavoro dignitoso". 

Conte avverte Crosetto. Scontro col Terzo Polo

"Oggi qui non ci sono bandiere ma cittadini che dicono al governo che vogliamo il negoziato di pace, che la strategia finora seguita non funziona: qui c'è la maggioranza silenziosa del paese", afferma Giuseppe Conte dalla piazza. Nessuna bandiera grillina, ma un monito al governo. A Guido Crosetto "dico che visto che è stata votata una risoluzione in Parlamento, non si azzardi a decidere un nuovo invio armi senza un confronto in Parlamento". In serata la replica del ministro della Difesa:  "Conte può stare sereno, il Ministero, non il Ministro seguirà le leggi come ha sempre fatto dalla sua istituzione in età Repubblicana". 

Conte non risparmia una stoccata alla piazza milanese: "Non ho capito se è per la pace e per la guerra". Risponde Calenda via Facebook: "Capisco la confusione. Del resto hai governato con Salvini mentre innegiava a Putin, hai flirtato con Trump e firmato la via della seta con i cinesi". Poi, dal corteo, il segretario di Azione rincara la dose: "C'è una definizione per Giuseppe Conte: si chiama qualunquismo, e nella cultura italiana il qualunquismo è di destra, non c'entra niente con la sinistra". 

Per Ettore Rosato, presidente di Italia Viva, Conte "specula" sull'invio di armi: "Siamo tutti contro la guerra, a nessuno piace mandare armi. Lo facciamo perché il popolo ucraino è vittima di un'aggressione ingiustificabile. Solo gli amici di Putin, i codardi e gli opportunisti si voltano dall'altra parte". 

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Letta fischiato: pace vuol dire fine dell'invasione 

Sulle armi continua ad esserci distanza di vedute anche tra Movimento e Pd. La posizione dem è sintetizzata dalla capogruppo alla Camera Debora Serracchiani, anche lei in piazza a Roma: "Noi abbiamo finora tenuto una posizione lineare: aiutando l'Ucraina si aiuta l'Europa. Finora lo abbiamo sempre fatto, siamo disposti a ragionare con il Governo". Tra gli altri big dem ci sono Matteo Orfini, Stefano Bonaccini, Laura Boldrini, Piero Fassino, Francesco Boccia e il segretario, Enrico Letta. 

"Sono qui perché la pace è la cosa più importante di tutte - ha detto Letta arrivando in piazza San Giovanni - Siamo qui per dire la nostra in silenzio, marciando come credo sia giusto fare in questo momento per la pace, per l'Ucraina, perché finisca questa guerra e perché finisca l'invasione della Russia. Perché la pace vuol dire la fine dell'invasione russa. Questo è il punto centrale". 

Letta è stato contestato da alcuni manifestanti che gli hanno dato del "guerrafondaio". La solidarietà di Calenda da Milano: "Voglio dirgli che questa piazza stasera non lo avrebbe fischiato, lo avrebbe applaudito", ha detto il leader del terzo polo plaudendo alla linea atlantista pro Kiev del segretario dem. 

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La posizione della Cgil

"Noi siamo contro chi ha voluto la guerra, cioè Putin. In sostegno del popolo ucraino - spiega il leader della Cgil Maurizio Landini - Non possiamo però rassegnarci alla guerra, perché il rischio di un conflitto nucleare è concreto". Landini ha stretto la mano ha Giuseppe Conte sotto il palco di piazza San Giovanni. "Una grande piazza, una potente partecipazione. Sulla pace non molliamo", ha detto l'ex premier al sindacalista, condividendo l'entusiasmo per la manifestazione di Roma per la pace in Ucraina. Nel corso della manifestazione Landini ha incrociato anche il segretario del Pd Enrico Letta: i due si sono salutati scambiandosi qualche battuta sorridenti. 

La lettera di Zuppi

Il corteo si è snodato attraverso via Terme di Diocleziano, via Cavour, piazza Esquilino, via Merulana per poi arrivare, dopo avere attraversato via Manzoni, in piazza di Porta di San Giovanni. Dal palco è stata letta la lettera del presidente della Cei, il cardinale Matteo Maria Zuppi, indirizzata ai manifestanti. "Non c'è tempo da perdere perché tempo significa altre morti - scrive Zuppi -. Noi vogliamo dire che pace è indispensabile, perché è come l'aria e in questi mesi ne manca tanta. Le morti sono già troppe per non capire e se continua non sarà sempre peggio? Chi lotta per la pace è un realista, anzi un vero realista, perché sa che non c'è futuro se non insieme". E ancora: "Chiediamo al presidente della federazione russa di fermare, anche per amore del suo popolo, questa spirale di violenza. E chiediamo al presidente dell'Ucraina che sia aperto a serie proposte di pace". 

Sul palco gli interventi di Francesca Giuliani (Sbilanciamoci), Raffaella Bolini (Arci), Rossella Miccio (Emergency - Associazione ONG Italiane), Gianfranco Pagliarulo (Anpi), Emiliano Manfredonia (Acli), Sergio Bassoli (Rete italiana Pace Disarmo), Flavio Lotti (Tavola della Pace - Comitato Promotore Marcia Perugia Assisi), Giuseppe De Marzo (Rete dei Numeri Pari), Gianpiero Cofano (Stop the War Now), Francesco Scoppola (Agesci), don Luigi Ciotti (Libera), Andrea Riccardi (Comunita' di Sant'Egidio), Maurizio Landini (Cgil).