Giovedì 18 Aprile 2024

Morto Borrelli, che fine hanno fatto i magistrati di Mani Pulite

Fra i protagonisti di quel gruppo che mise a soqquadro la 'Prima Repubblica' anche Antonio di Pietro, Ilda Boccassini e Gherardo Colombo

Tweet di Nicola Morra che ricorda Borrelli (Dire)

Tweet di Nicola Morra che ricorda Borrelli (Dire)

Milano, 20 luglio 2019 - Con la morte di Francesco Saverio Borrelli, se ne va un altro grande protagonista del pool di 'Mani Pulite' dopo che, nel 2014, era mancato a 83 anni l'ex procuratore Gerardo D'Ambrosio. Che fine hanno fatto le figure di spicco di quella pagina di cronaca giudiziaria e politica degli anni Novanta? Borrelli - ai tempi in cui era Procuratore della Repubblica ed ex procuratore generale di Milano - è stato infatti il regista del pool formato da Antonio Di Pietro, Gherardo Colombo, Piercamillo Davigo e Gerardo D'Ambrosio. Una squadra arricchita da Ilda Boccassini, Tiziana Parenti, Paolo Ielo, Armando Spataro e Francesco Greco.

LA SUA SQUADRA OGGI -  Alcuni dei componenti di quella squadra esercitano ancora la professione di magistrato, fra loro l'attuale procuratore capo di Milano Francesco Greco, 68 anni, che, all'atto dell'insediamento, nel 2016, abbracciò Borrelli ringraziandolo per essere stato il suo mentore. "Spero di poter organizzare per lunedì la camera ardente in Tribunale a Milano", ha commentato in seguito alla notizia del decesso del suo precettore. 

Ilda Boccassini, di un anno più anziana, è prossima alla pensione prevista a dicembre; Paolo Ielo, 58 anni, è procuratore aggiunto a Roma. In occasione della scomparsa di Borrelli ha dichiarato: "Sono molto molto addolorato per la morte di Francesco Borrelli. È un momento difficile - ha aggiunto - e credo che mi terrò dentro il mio dolore". Piercamillo Davigo, 68 anni, è nell'organico della Cassazione e consigliere togato del Csm con la sua corrente Autonomia e Indipendenza.

Un altro dei volti dei magistrati che diedero vita a 'Tangentopoli' è stato Gherardo Colombo, 73 anni, che, dopo avere lasciato la magistratura nel 2007 a soli 60 anni per dedicarsi anche a un'assidua attività di prevenzione della corruzione nelle scuole, si dice convinto dell'inutilità del carcere in una prospettiva di cambiamento del Paese. Raggiunto al telefono dall'Ansa ha commentato: "Sono molto addolorato per la notizia. Francesco era un uomo raro, molto raro. Abbiamo lavorato insieme molti anni, di più non mi sento di dire adesso", ha concluso.

Anche Antonio Di Pietro, 69 anni, forse il volto piu' popolare del Pool, aveva appeso la toga 'prematuramente' con le dimissioni date nel 1994. In seguito si é dedicato alla politica col suo movimento 'Italia dei valori' fino a diventare ministro dei Lavori Pubblici nel governo guidato da Romano Prodi. Un'esperienza durata solo sei mesi perchè si dimise dopo avere ricevuto un avviso di garanzia nell'ambito di un'indagine da cui poi uscì scagionato. Si ripresenterà in un'aula del Palazzo di Giustizia di Milano a settembre, nelle vesti di avvocato di alcuni giornalisti del 'Sole 24 Ore' che chiedono di costituirsi parte civile nell'udienza preliminare con al centro presunte irregolarita' nei bilanci del quotidiano economico.

"Lo ricordo come grande giurista ma, forse anche di più, come persona completa sul piano umano. Una persona ricca. Sappiamo tutti che è stato un pezzo di storia di questo Paese": cosi il magistrato, ora in pensione, Armando Spataro, ricorda all'Agi la figura di Francesco Saverio Borrelli. "Quasi tutti ricordano Borrelli quando invitò i cittadini, non solo la magistratura, a resistere contro gli strappi alla costituzione che stavamo vivendo - aggiunge - io però lo ricordo più per altro, per quella cultura che lo caratterizzava, che noi definiamo 'cultura giurisdizionale' e che io sintetizzo nel senso che lui invitava i pubblici ministeri anche a pensare e operare come fossero giudici. Era una persona che rifuggiva anche dal titolo di capo che non gli piaceva. Un magistrato che era pronto a sentire tutti i problemi di qualsiasi tipo nelle indagini che potevano presentarsi per i magistrati". Questo il quadro tracciato da un altro dei protagonisti del pool. 

DIRETTORE D'ORCHESTRA - Borrelli, di quel gruppo che mise a soqquadro la 'Prima Repubblica' negli anni Novanta, riconosceva di avere la responsabilità del ritmo, di decidere quando e come mandare all'attacco l''ariete' Antonio Di Pietro sulla scorta dei consigli della 'mente giuridica' del gruppo, Piercamillo Davigo, dell'esperto Gerardo D'Ambrosio e dell''intellettuale' Gherardo Colombo. La folla in strada gridava "Borrelli facci sognare" e lanciava le monetine a Bettino Craxi all'hotel Rapahel, assegnando a quegli uomini l'aura di eroi in grado di ribaltare l'Italia raffigurata come 'ladrona'.