Mercoledì 24 Aprile 2024

Manduria, uomo picchiato a morte: gip dispone il carcere per i sei minori della baby gang

Stessa decisone anche per i due maggiorenni indagati. Secondo gli avvocati i ragazzini sono apparsi "molto provati", con gli occhi "gonfi di lacrime": si sono riconosciuti nei video acquisiti e si dicono "dispiaciuti"

Il precedente: Antonio Stano, vittima di una baby gang a Manduria

Il precedente: Antonio Stano, vittima di una baby gang a Manduria

Taranto, 2 maggio 2019 - Prime decisioni nell'inchiesta sulla morte del 66enne di Manduria Antonio Stano, vittima di una serie di aggressioni da parte di una baby-gang. Il gip del Tribunale per i minorenni di Taranto, Paola Morelli, dopo aver vagliato le loro dichiarazioni durante l'interrogatorio ha deciso di non convalidare i fermi rilevando la mancanza del pericolo di fuga, ma ha condiviso i quadro accusatorio e ha emesso il provvedimento di custodia cautelare con il quale ha mandato i sei minori (due 16enni e quattro 17enni) in carcere. I ragazzini sono accusati di tortura, sequestro di persona, danneggiamento e violazione di domicilio 

La stessa decisione è stata adottata anche per i due maggiorenni. Il gip del Tribunale ordinario di Taranto non ha convalidato i fermi (ritenendo non sussistente il pericolo di fuga) ma ha emesso nei confronti dei due indagati un'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Il giudice ha così condiviso il quadro accusatorio della Procura, anche in relazione al reato di tortura.

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GLI INTERROGATORI - Davanti al gip i giovani - secondo quanto riferiscono i loro avvocati - sono apparsi "molto provati", avevano gli occhi "gonfi di lacrime" e hanno risposto tutti alle domande, riconoscendosi nei video acquisiti dagli inquirenti e circostanziando il loro ruolo. E ora si dicono "dispiaciuti" delle atrocità commesse più volte e persino filmate

CHI SAPEVA - Il quadro d'insieme è inquietante: di quelle aggressioni filmate sapevano in molti, anche la fidanzata 16enne di uno dei ragazzi (che si è presentata in commissariato per spiegare quello che sapeva), i genitori e la professoressa di un altro componente del gruppo e lo zio di un terzo ragazzo. Secondo la 16enne, poi, lo zio di uno degli aggressori stava cercando di contattare gli altri componenti della baby gang intimando loro di non fare il nome del nipote alla polizia.

IL PIU 'ANZIANO': NON L'HO COLPITO - Il 22enne, difeso dagli avvocati Armando Pasanisi e Lorenzo Bullo, non fa parte della chat di Whatsapp "Comitiva degli orfanelli", sulla quale venivano condivisi i video delle aggressioni. L'indagato, a quanto si apprende, ha ammesso di aver partecipato a una sola "incursione" nell'abitazione del pensionato, documentata anche da uno dei video acquisiti dagli inquirenti, respingendo comunque le accuse. "Io non ho colpito Stano" ha detto durante l'interrogatorio.