Mercoledì 24 Aprile 2024

Manduria, uomo picchiato a morte: fermati 8 membri della baby gang. Sei sono minorenni

L'accusa è di tortura e sequestro di persona. Le ultime parole di Stano: "Non ho denunciato per paura". Il procuratore di Taranto: "Chi ha visto e sentito non ha chiamato le forze dell'ordine"

La vittima Antonio Stano

La vittima Antonio Stano

Manduria (Taranto), 30 aprile 2019 - La polizia ha fermato otto persone, di cui sei minori, della cosiddetta "Comitiva degli Orfanelli", considerata responsabile del pestaggio di Antonio Cosimo Stano, il 66enne deceduto il 23 aprile scorso dopo essere stato picchiato e bullizzato da una baby gang a Manduria. I reati che la Procura contesta ai fermati sono quelli di tortura e sequestro di persona.

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Gli agenti di polizia di Taranto, a seguito delle indagini della procura di Taranto, e della procura per i minorenni hanno dato esecuzione ad otto provvedimenti di fermo di indiziato di delitto nei confronti di altrettanti soggetti (di cui sei minori) ritenuti a vario titolo gravemente indiziati in concorso dei reati di tortura, danneggiamento, violazione di domicilio e sequestro di persona aggravati.

Antonio Cosimo Stano, aveva 66 anni, era un operaio in pensione dell’Arsenale di Taranto. Viveva da solo in quell’abitazione dove il 6 aprile scorso è stato trovato dai poliziotti allertati da alcuni vicini che non lo vedevano uscire da giorni. Era in condizioni di salute gravissime. E’ morto in ospedale dopo 18 giorni  di agonia.

IL PROCURATORE -  "Una delle aggressioni subite da Antonio Cosimo Stano è avvenuta sulla porta di casa, in strada in città a Manduria non in una via abbandonata in campagna. Senza voler generalizzare, perché Manduria è una città sana, però chi ha visto e sentito non ha avuto sensibilità di chiamare le forze dell'ordine". E' quanto riferito da Carlo Maria Capristo procuratore di Taranto in conferenza stampa alla questura della città. "L'uomo - ha continuato il procuratore - ha subito una serie di incursioni che lo hanno terrorizzato. E' stato oggetto di vessazioni e violenze inverosimili, come emerge dai video, e i ragazzi sono rimasti sordi alle sue invocazioni di aiuto. In particolare, sull'uscio di casa ha subito un'aggressione violenta con calci, pugni, sputi e schiaffi e ha cercato di difendersi ripetendo la frase 'polizia, carabinieri' mentre i ragazzi rimanevano del tutto indifferenti".

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LE ULTIME PAROLE DI STANO - "Tante botte in casa, distrutta tv e rubati i soldi" e ancora "non ho denunciato per paura, temevo ritorsioni. Ero così spaventato da non ricordare i volti degli aggressori". Sono le ultime parole di Stano raccontate alle forze dell'ordine prima del suo decesso.

LE INDAGINI - I video delle aggressioni e delle torture hanno consentito di attribuire responsabilità precise agli otto giovani (6 minori di 17 anni e due maggiorenni di 19 e 22 anni) sottoposti a fermo dalla Polizia. Altri sei minori restano indagati in stato di libertà. La misura cautelare non riguarda l'ipotesi di omicidio preterintenzionale perché si attende il responso dell'autopsia eseguita dal medico legale per stabilire l'eventuale nesso di causalità tra violenze e decesso, o se le percosse abbiano aggravato lo stato di salute di Stano fino a determinarne la morte.

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I giovani, secondo gli inquirenti, durante gli assalti nell'abitazione dell'uomo e per strada si sarebbero ripresi con i telefonini - poi sequestrati dagli investigatori - mentre sottoponevano la vittima a violenze e torture con calci, pugni e bastoni di plastica, per poi diffondere i video nelle chat di Whatsapp. I componenti della baby gang, si erano accaniti contro il pensionato che soffriva di un disagio psichico ed era incapace di difendersi e di reagire.

I componenti della baby gang chiamava Stano "il pazzo del Villaggio del fanciullo", dal nome dell'oratorio annesso alla chiesa di San Giovanni Bosco che si trova davanti alla sua abitazione. Qualche giorno prima del suo ricovero, i bulli lo avrebbero percosso sottraendogli 300 euro. Stano è deceduto dopo essere stato sottoposto a tre interventi chirurgici, due dei quali per suturare una perforazione gastrica e per una emorragia intestinale. Le indagini hanno avuto una svolta dopo il vertice di ieri in Procura.