Manager vista lago "Ma quali ferie, lavoro dal Garda"

Prima del Coronavirus stava in ufficio a Milano. "Svolta choc, avevo paura. Ora produco di più".

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Rosaria si è risvegliata immersa nello smart working. Una modalità di lavorare nuova per una professionista abituata da quasi quattro decadi a riunioni in uffici, briefing strategici e continui faccia a faccia sugli obiettivi aziendali. Lei – come responsabile amministrativa, eventi e congressi del dipartimento dedicato al baby food & medical food – ha vissuto l’evoluzione di Plasmon, fino all’acquisizione da parte della multinazionale The Kraft Heinz Company.

Che choc è stata la conversione dal lavoro in ufficio a quello da casa?

"Sono in azienda da 38 anni – racconta Rosaria Giuliani, dalla sua casa sul Lago di Garda, la postazione che ha sostituito l’ufficio di Segrate –. Pensavo di non riuscire a lavorare da casa, anche se il cambiamento mi piace. Invece da quel 8 marzo, da quella mail della nostra responsabile delle comunicazioni che diceva ‘ci fermiamo e da domani siete in smart working’, mi sono trasformata".

E cosa è successo?

"Ho portato a casa tutto quello che mi serviva. E dalla mattina seguente la routine è cominciata con una serie di appuntamenti sulla piattaforma per le conference call. Mi sentivo come in ufficio, è stato incredibile. Gran parte del merito va all’azienda che non mi ha fatto mai sentire sola. Abbiamo rivoluzionato il nostro dipartimento".

Cosa le manca di più?

"Stare seduta a fianco del mio manager, riunirmi e condividere idee coi colleghi, applaudire i risultati insieme, studiare rimedi a ciò che non ha funzionato".

È caduta nella trappola del non riuscire a staccare mai col computer sempre in mano?

"È un rischio forte. Durante il lockdown sono ingrassata 4 chili: non facevo più un passo, rimanevo incollata alla sedia. Il computer resta sempre acceso, dalla mattina quando mi alzo fino alla sera quando termina la giornata. Dentro casa non si riesce a staccare".

Perché?

"Si crea una sorta di dipendenza dal lavoro, che fa aumentare la produttività. Poi, io non ho bimbi e ragazzi da seguire o faccende da sbrigare in casa".

In vacanza lavora sempre?

"Ho una casetta sul Lago di Garda: sono iperconnessa, anche per svagarmi. Ma felice. Fare le call e guardare il lago è bello, ma mi tiene inchiodata sempre alla sedia".

Quest’estate dove andrà?

"Rimarrò al lago in smart working, non sono sicura a spostarmi. Devo dire che anche se andassi a Dubai... non staccherei. Sa quando lo faccio?".

Quando?

"Nel periodo di chiusura aziendale".

Il bicchiere del ‘lavoro agile’ pare mezzo pieno.

"Sì, è stata un’esperienza utile e il nuovo contesto ha mutato il mio approccio. Mi ha reso meno impulsiva nelle reazioni, più razionale e meditativa".

Alessandro Belardetti