
L'istituto alberghiero Bergese in via Giotto, a Genova
Genova, 15 maggio 2025 – Colpito con un pugno dalla mamma di un suo studente. Andrea Ravecca è preside dell'Istituto alberghiero Bergese-Rosselli di via Giotto, a Genova, quartiere di Sestri Ponente: stamani è stato aggredito dalla madre di un alunno, al culmine di una lite a cui hanno assistito docenti, non docenti e studenti.
Secondo la ricostruzione del Secolo XIX, si sarebbe presentata a scuola prima della campanella, a fine mattinata. Era molto agitata, urlava frasi come “faccio una strage”, lamentandosi per le troppe note ricevute dal figlio. Non si sarebbe calmata neanche una volta accolta dal preside nel suo ufficio.
Dopo una sequela di insulti e minacce, Ravecca ha chiamato il 112. Poi ha tentato di trattenere la donna che voleva andarsene. Una volta nel piazzale dell'istituto, lei è passata alle mani, sferrando un pugno nell’occhio del dirigente. Tutto questo davanti al personale della scuola, agli studenti affacciati dalle finestre, e al figlio che la incitava. Ha lasciato la scuola, prima dell’arrivo della polizia.
Ravecca, 56 anni, da due anni preside del Bergese, è stato trasportato in pronto soccorso in codice giallo. Al momento non ha sporto denuncia.
ANP: “Episodi intollerabili”
L’Associazione Nazionale Presidi della provincia di Genova ha condannato “la vile aggressione” subita da Ravecca. “Apprendiamo con sgomento - si legge in una nota - del violento atto perpetrato da una madre ai danni del nostro collega, culminato in un'aggressione fisica. Episodi di questa gravità sono intollerabili e rappresentano un attacco non solo alla persona del Dirigente Scolastico, ma al ruolo fondamentale che la scuola svolge nella nostra società. La violenza non può e non deve mai essere una risposta o uno strumento di confronto". L'Anp "si stringe con forza attorno al Dirigente Ravecca, esprimendogli la più sentita solidarietà, contestualmente, auspichiamo che le autorità competenti facciano piena luce sull'accaduto e che vengano presi i provvedimenti necessari nei confronti di chi si è reso responsabile di questo inqualificabile gesto”.