Mamma o daddy? Ecco il dilemma "Mi chiamo Roan e tifo gli azzurri"

Il regista di BarLume è nato a Londra e ha vissuto a Pisa. "Sto con l’Italia, ma guai a chi insulta gli inglesi"

di Tommaso Strambi

Italia-Inghilterra. "Vuoi più bene a Mamma o a Daddy? Nazione dove sono vissuto, contro quella dove sono nato. La bilancia pesa decisa per l’Italia. Ho solo paura che mentre guarderò la partita la gente inizi a offendere gli inglesi, lì mi potrebbe salire la carogna".

Roan Johnson, scrittore e regista (in queste settimane è nelle sale cinematografiche con l’esplicativo State a casa), ha il padre londinese, la madre lucana. Per lui che si definisce "pisano nell’animo" quello di stasera è davvero un bel derby come racconta il suo tweet.

Roan dove guarderà la partita?

"A Roma, in un locale del Pigneto all’aperto, con un gruppo di amici".

Perché non ha scelto di andare a Pineta, epicentro dei Delitti del BarLume (la serie televisiva che dirige, tratta dai romanzi di un altro pisano, Marco Malvaldi)?

"A Pineta ho visto Italia-Austria e Italia-Belgio con la mia compagna e i bambini. Quando riesco vado sempre, ma in questi giorni sono bloccato a Roma per lavoro".

Di quella combriccola con chi guarderebbe la partita? Con gli arzilli vecchietti (’i bimbi’ Ampelio, Aldo, Gino e Pilade), con Massimo o la bellissima Tizi o l’affascinante commissario Vittoria Fusco?

(ride..) "Con i ’bimbi’ non c’è dubbio. Alla fine sono loro i tifosi più sfegatati. Avrei messo un bel maxi schermo fuori dal BarLume e l’avrei vista con tutti i cittadini di Pineta che volevano venì (proprio così, dallo slang pisano, ndr)".

Nel 1982 aveva sette anni: che ricordi ha del Mundial di Spagna?

"Ero a casa dei miei nonni toscani, mi ricordo bene tutte le partite. Dopo la finale con la Germania uscimmo a festeggiare sui lungarni. Anche se, a dir la verità, a quell’età non te lo godi sino in fondo. Quello che ho vissuto e goduto di più è il Mondiale del 2006".

Perché?

"Basta un’immagine della semifinale con la Germania: quella magia di Pirlo con l’assist a Grosso. Una meraviglia, vera meraviglia. Ancora oggi vado su YouTube a rivedere gli highlights".

A proposito di affetti, come vivranno la finale di questa sera gli inglesi?

"La verità è che gli inglesi ’un vincono una sega’ da tanto tempo e per di più giocano in casa. La sconfitta sarebbe davvero pesantissima. Sicuramente hanno più da perdere loro di noi e questo è un fattore psicologico da tener conto".

Si sentono superiori?

"E allora? Il problema della contrapposizione quando è giocosa è divertente, dissacrante. Io sono di Pisa e tra i toscani lo sport più praticato è proprio prendersi per i fondelli. Ho mille amici livornesi, amo Livorno, ma non rinuncerò mai a sfotterli".

Anche per questo molti inglesi hanno scelto l’Italia...

"Italia e Inghilterra sono due Paesi che si guardano allo specchio. In fondo siamo due isole, a parti rovesciate. Da noi il Nord è più ricco e il Sud si contrappone al Nord. Da loro avviene l’esatto contrario. Loro hanno case disordinate, ma poi esci ed è tutto ordinato e pulito. C’è una cultura del pubblico e del collettivo che magari l’avessimo noi. Per questo anche noi ne siamo affascinati. Ci sono migliaia e migliaia di giovani che vivono a Londra. Se facessimo una classifica, forse, Londra sarebbe l’ottava città italiana per numero di abitanti italiani".

Tra gli inglesi-toscani c’è Sting, per chi tiferà stasera?

"Bah, bisognerebbe chiederlo a lui. È strano Sting, secondo me tifa Inghilterra. Il mio cuore è diverso: batte per l’Italia. E, comunque, sempre Forza Pisa!".