Mamma morta in mare Il piccolo Ismaele coccolato dagli agenti Affidato alla dottoressa

Il bambino di 6 mesi ha perso la madre nel naufragio di un barchino. I poliziotti che lavorano all’hotspot di Lampedusa si prendono cura di lui. Una colletta per comprare pannolini, giochi e la crema per le gengive.

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Mamma morta in mare Il piccolo Ismaele coccolato dagli agenti Affidato alla dottoressa

Latte, pannolini, giochi per neonati. E senta, aggiunga anche la crema per le gengive. Sa, il bimbo sta mettendo i denti e sembra disperato. I denti, che bellezza. Hanno pensato al fastidio dei denti di una creatura lanciata allo sbaraglio nel Mediterraneo. Il dolore di mio figlio, del tuo. Il dolore della crescita e quindi del futuro. Da portare via subito con l’anestetico, dentro l’abbraccio di un poliziotto. Si è mai vista immagine più tenera e incongrua, diciamolo ai poliziotti di farlo più spesso. Forse non sarà andato di persona in farmacia, ma fa lo stesso. La lista della spesa ordinata dal vicequestore Francesco Sammartino, funzionario di turno all’hotspot di contrada Imbriacola, racconta il cuore degli uomini, la delicatezza dell’approccio. Una grande tragedia va rammendata un pezzo alla volta, non importa l’impiccio della divisa. Davanti ai singhiozzi di un bebè si diventa padri e anche un po’ madri e anziché lamentarsi perché l’Europa non fa niente si va a comprare la crema per le gengive per Ismaele che non la smette di singhiozzare.

Dal dramma universale, anonimo, alla commozione del caso particolare, in questo caso gli occhi e i singhiozzi del neonato sopravvissuto all’ultimo naufragio di fronte a Lampedusa: 46 migranti tratti in salvo, la sua mamma e altri due no. Perché riuscire a far smettere di piangere un bambino è già una bella vittoria. Di tutti. Anche un solo bambino. E perché davvero la Sicilia è anche questo, come dice il presidente della Regione Renato Schifani ringraziando gli agenti della Questura di Agrigento che per tutta la notte si sono presi cura del piccolo orfano. Uno dei tanti e mai così tanti. Si calcola che tra i due mila ammassati nell’hotspot al collasso siano almeno trecento i minorenni arrivati senza genitori, qualcuno separato dalla famiglia durante il viaggio, qualcuno partito dall’Africa da solo a dieci anni. La più piccola aveva due settimane, tanti gattonano fra i rifiuti mentre Save The Children reclama un ritorno al sistema coordinato di soccorsi in mare e centri dedicati per i bimbi soli o le madri con figli piccoli. Ai numeri come sempre è difficile stare dietro, prende come una specie di vertigine. Il dolore affollato e impersonale respinge, non si può guardare tanto fa male. E l’empatia deve darsi qualche limite per non soccombere di fronte alla sofferenza di chi muore in mare, sotto le bombe, nei terremoti.

Ci risveglia invece il pianto di un bambino che sta mettendo i denti: nostro figlio, la nostra storia. Ci commuove il poliziotto che va in farmacia. Se non sarà rintracciato il padre (che sembra sia rimasto in Tunisia), Ismaele entrerà nella legione di quelli che la burocrazia chiama Msna, minori stranieri non accompagnati. Un pezzo di strada lo ha fatto con la mamma, adesso è solo. E allora vuoi non correre subito a prendere qualcosa che gli faccia passare il male, che lo faccia sorridere. Ismaele, colui che è stato salvato. Mentre le ricerche dei dispersi continuano. Bravi i poliziotti. E brava la dottoressa in servizio al pronto soccorso di Lampedusa che si è detta pronta a prenderlo in affido. E infatti il questore di Agrigento, Emanuele Ricifari, alla fine decide di affidarlo, almeno temporaneamente, alla dottoressa, medico rianimatore originaria di Palermo, dove il piccolo verrà presto portato. Ma si erano fatti avanti anche una famiglia di Lampedusa che ha già 4 figli e gente che sta al Nord. Una casa, una mamma e un papà anziché una struttura idonea: se lo augurano tutti.

Ismael è un dispensatore di sorrisi, denti permettendo. E nulla sa della propria odissea su un barchino di 7 metri partito da Sfax, poi ribaltatosi e colato a picco. "È un misto di orgoglio e tristezza quella che proviamo oggi con i miei poliziotti– dice il questore –. Orgoglio per essere sempre dove c’è bisogno e tristezza per i drammi cui assistiamo. Ci resta la soddisfazione e la crescita interiore che ci danno il sorriso innocente e sincero di Ismaele con cui ci impegniamo, come Paese, a offrire una vita di dignità e diritti. Quella di un grande Paese con una Costituzione figlia della cultura di accoglienza".