Giovedì 18 Aprile 2024

"Mamma e papà litigano". In fuga a 11 anni

Torino, il ragazzino è scappato da casa e ha percorso dieci chilometri a piedi. Ma poi si è perso e ha chiesto aiuto a un vigilante

Migration

"Adesso sono un po’ stanco – ha detto ai carabinieri quando lo hanno caricato in macchina – volevo starmene un po’ per conto mio ma mi sono perso". Non vedeva altra via di scampo, sentire i genitori litigare faceva troppo male. C’è chi cerca un amico immaginario, Jimmy ha trovato la strada. A undici anni ha scelto una scappatoia alla Forrest Gump e si è messo a camminare. Un passo dopo l’altro per non sentirli più. Dal centro di Torino alla periferia di Moncalieri mentre il pomeriggio diventava sera. Dieci chilometri non cronometrati ma tradotti in sete, fatica e spavento. La giusta distanza da mettere fra se e quei due che si vomitavano addosso rancore e cattive parole.

È stata la sua protesta civile contro mamma e papà, senza premeditazione. Come quella di tanti altri minori che finiscono negli elenchi di Telefono Azzurro: in crescita esponenziale negli ultimi anni, piccoli profughi che fuggono dall’incomprensione, raramente per capriccio. Jimmy ha aperto la porta e si è lasciato dietro le luci di piazza Vittorio, il piccolo ristorante gestito da anni dalla sua famiglia. Le vie al crepuscolo si assomigliano tutte, a Torino specialmente dove le hanno tirate con il righello urbanisti con il mito dell’accampamento militare. Il fiume invece è speciale e rassicurante: va in una sola direzione e prima o poi arriva al mare. Lui ha costeggiato il Po controcorrente, che è pur sempre una certezza. Si è allontanato fino a quando le gambe hanno cominciato a cedere e sulla strada per Trofarello la fatica si è colorata di paura. Ha visto una banca, la guardia giurata nel suo giro di controllo: "Scusi signore, può aiutarmi? Non so più dove mi trovo".

E in quel non trovarsi c’è tutta la sua storia, la storia di ogni bambino con la bussola delle emozioni rotta dai grandi. Finiva spesso così, cominciavano a insultarsi e non la finivano più come se lui non ci fosse. Le inutili guerre di parole, le ferite. Fare rotta verso sud è stata la sua lezione: come se non ci fossero più loro, perché capissero come si sta nell’angolo. Per fortuna stavolta non è un racconto di orchi e di violenza. E c’è il lieto fine. E’ però l’occasione perfetta per riflettere sull’inconsapevolezza e le sue conseguenze.

Dentro la loro battaglia i genitori di Jimmy ignoravano di avere perso un figlio, di averlo imprestato alla notte.

Pochi minuti di buio. E poi la disperazione. Finalmente lucidi e placati lo hanno cercato intorno al ristorante, da amici e conoscenti. Sono corsi in caserma a fare denuncia. Intanto i colleghi di Nichelino chiamati dalla guardia giurata avvertivano che il bambino scomparso era con loro. Un panino, una bottiglia d’acqua e molti sorrisi. Alle dieci la lezione è terminata.