Maltempo, lo scienziato: "Fenomeni più violenti Colpa del mare bollente"

Mercalli: la temperatura marina ingigantisce i nubifragi e potenzia il vento. "Pensiamo a salvarci, non corriamo in garage a recuperare l’auto"

I tendoni e i caravan del mercato di Marina di Carrara ribaltati dalla tromba d’aria

I tendoni e i caravan del mercato di Marina di Carrara ribaltati dalla tromba d’aria

Firenze, 19 agosto 2022 - Il maltempo uccide. La furia del vento provoca danni colossali, in pochi istanti devasta, distrugge e fa impazzire di terrore una zona anche relativamente limitata, quando magari a pochi chilometri di distanza il cielo si è appena appena imbronciato con qualche innocuo nuvolone, e niente più.

Cosa succede, dottor Luca Mercalli?

"Succede – risponde il climatologo presidente della Società meteorologica italiana – che i fenomeni climatici estremi diventano sempre più frequenti e intensi. Fino al recente passato, nubifragi come quelli di ieri che hanno colpito soprattutto Toscana e Liguria ma anche l’Emilia Romagna e il Veneto, capitavano una volta ogni dieci anni, più o meno. Adesso li registriamo circa una volta l’anno".

Perché questo impazzimento ulteriore di un clima già pazzo e mutato?

"Quest’estate si avvia ad eguagliare in negativo quella del 2003, ma stavolta la temperatura eccezionalmente calda dell’acqua del mare ha aggravato la situazione".

Ovvero?

"Il surriscaldamento della superficie marina ha ingigantito la potenza dei nubifragi e la velocità del vento. Sono fenomeni che potrebbero ripetersi con le stesse condizioni di caldo eccezionale e duraturo come abbiamo avuto finora".

Previsioni del tempo a breve e medio raggio...

"Domani (oggi per chi legge, ndr) avremo ancora residui di maltempo, poi la situazione si ristabilirà con sole e caldo meno intenso delle scorse settimane. A settembre però la temperatura dovrebbe essere nuovamente sopra la media stagionale, e quindi potenzialmente potrebbero realizzarsi nuove perturbazioni violente anche alle soglie della stagione autunnale".

Come reagire a questa situazione meteorologica così complicata e rischiosa?

"Innanzitutto pensiamo a salvarci la pelle. Per fortuna abbiamo previsioni del tempo sempre più specifiche. Attenzione, però: le previsioni devono servire prima di tutto a farci aprire gli occhi, ad aumentare la nostra soglia dell’attenzione. Ci si aspetta maltempo? Allora uscirò all’esterno con maggior cautela, eviterò di parcheggiare vicino a corsi d’acqua, e in caso di garage allagati non mi precipiterò a tentare di salvare la macchina, perché questa è una delle casistiche in cui si rischia maggiormente l’annegamento o comunque gravi conseguenze".

Pare mutata anche la tipologia di quelli che un tempo chiamavamo, anche con sollievo, acquazzoni estivi...

"Si ripetono temporali puntiformi, molto localizzati. Si sviluppano nubifragi violenti in un luogo più o meno delimitato, anche con vittime e gravi danni, e magari a cinque chilometri di distanza non accade nulla di simile. È il caso opposto alle grandi perturbazioni invernali, che coprono aree vaste in maniera uniforme".

Se noi cittadini comuni dobbiamo per prima cosa pensare a salvare la pelle, i governi mondiali cosa devono fare di fronte a questi disastri?

"Per non aggravare ulteriormente il peggioramento della situazione climatica, la politica – lo ripeto da venti anni – dovrebbe agire verso il risparmio energetico, la lotta agli sprechi, accelerare il passaggio dal petrolio e le fonti fossili alle rinnovabili. Le priorità per garantire il futuro dei nostri figli. Invece nelle agende politiche i temi ambientali o sono assenti o agli ultimi posti".