Malore a scuola, morto a 17 anni E il pm indaga 90 medici e infermieri

Il ragazzo è svenuto durante l’ora di educazione fisica. Il decesso dopo un mese e mezzo in ospedale. Sotto inchiesta tutti quelli che in ospedale sono venuti in contatto col giovane. L’autopsia rischia ritardi

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di Francesco Donadoni

Un malore durante l’ora di ginnastica. E Gabriele Marletta, un 17enne di Verdello, nella Bergamasca, muore dopo un mese di ricovero in Rianimazione all’ospedale. Per stabilire che tutto sia stato fatto in modo regolare, che non ci siano dubbi su come i sanitari hanno operato, serve l’autopsia. E quando ci si mette in mezzo la giustizia, al dolore si aggiunge la beffa. Novanta fra dottori e infermieri di tutti i reparti in cui è passato Gabriele sono indagati per il più classico degli "atti dovuti".

Prima che il medico legale possa anche solo avvicinarsi al corpo del povero ragazzo, infatti, bisogna che tutti i potenziali indagati siano in grado di nominare un avvocato. E con l’avvocato un esperto, un perito di parte, che assista all’esame. Perché tutto si faccia secondo i crismi della regolarità processuale. E della follia burocratica di un Paese dove nei tribunali vince l’incertezza del diritto. Così, al dolore di una famiglia si aggiunge il caos. Novanta indagati, che generano 180 avvocati e periti, da affiancare all’esperto della procura. E se l’inchiesta dovesse proseguire, magari anche a un ulteriore tecnico scelto dal gip. L’autopsia, inizialmente fissata una settimana fa, il giorno dopo il decesso, si potrà fare solo giovedì. Il tempo di spedire gli avvisi di garanzia. E tutto, naturalmente, senza sapere nulla delle cause della morte del ragazzo, studente di scienze umane con una passione per la musica. Gabriele si era sentito male sotto gli occhi degli amici dell’Isis Einaudi di Dalmine, mentre stava correndo durante l’ora di scienze motorie insieme ai suoi compagni di quarta liceo. La sua insegnante gli aveva praticato il massaggio cardiaco, poi erano intervenuti due medici del vicino ambulatorio che avevano usato il defibrillatore. Trasportato d’urgenza al Papa Giovanni XXIII, è stato ricoverato in Terapia intensiva. Il reparto nel quale è morto. Straziante il dolore della famiglia, il papà Giuseppe, la mamma Gloria, insegnante, e la sorella più piccola, che frequenta la seconda nello stesso istituto del fratello. "Il giorno prima del malore aveva festeggiato un 10 in matematica – racconta il papà –. Andava bene a scuola e ha sempre avuto la passione per la musica, era prima tromba nella banda del paese e suonava anche la chitarra elettrica. Gabriele voleva diventare un ingegnere".

Il lutto, seguito a quel malore davanti a tutti, ha lasciato senza fiato iI compagni della quarta liceo, gli insegnanti, la preside. "Abbiamo sperato tutti che Gabriele si riprendesse – ha spiegato la dirigente dell’Einaudi, Nadia Cartasegna –, è la sola cosa che mi sento di dire. Il nostro pensiero va a lui, alla sorella e alla famiglia". Sotto choc anche l’intero paese di Verdello. Perché Gabriele qui, tra oratorio e banda era sempre presente quando serviva una mano. Ora al ricordo si affianca il doloroso percorso di un procedimento giudiziario che si annuncia lungo e complesso.