Venerdì 19 Aprile 2024

Malaria, "Sofia aveva lo stesso parassita degli altri bimbi ricoverati"

Era ricoverata con due bambini tornati dal Burkina Faso. Nell'ospedale anche la mamma e un terzo fratello. Sotto la lente i protocolli dell'ospedale di Trento: inchiesta per omicidio colposo. L'esperto: ecco come può avvenire il contagio

L'ospedale Santa Chiara di Trento (Ansa)

L'ospedale Santa Chiara di Trento (Ansa)

Trento, 6 settembre 2017 - Sofia, la bambina morta a Brescia per malaria, è stata infettata dallo stesso parassita che aveva colpito i due fratelli ricoverati all'ospedale di Trento al loro rientro dal Burkina Faso. Lo spiega Nunzia Di Palma, direttrice dell'unità operativa del reparto pediatria del 'Santa Chiara'. Emerge oggi peraltro che, oltre ai due bimbi ricoverati in pediatria (stesso reparto di Sofia ma in stanze diverse), al Santa Chiara c'erano anche la mamma e un fratello più grande, adolescente, collocati invece in un altro reparto, sempre con la diagnosi di malaria. Sono tutti guariti e sono stati dimessi. Tutti tranne Sofia, 4 anni, che era stata internata una prima volta per una forma di faringite. La piccola che - assicurano i genitori - non ha mai lasciato l'Italia, è morta dopo un trasferimento a Brescia nella notte tra domenica e lunedì. Ma come è possibile che abbia contratto la malattia visto che la malaria non si trasmette da uomo a uomo? Che Sofia sia stata punta da una zanzara in Italia viene considerato improbabile.

Malaria, l'esperto: "Dall'Africa tornano malattie sparite"

L'INCHIESTA - Sulle cause che hanno portato all'infezione mortale dovrà fare luce l'inchiesta aperta dalla Procura della Repubblica di Trento. Il fascicolo che indica come ipotesi di reato l'omicidio colposo è contro ignoti. Le indagini sono state affidate al Nas, il Nucleo antisofisticazioni dei carabinieri. Altri documenti sono attesi dalla Procura di Brescia, che ha aperto un secondo fascicolo, e dall'ospedale di Portogruaro (Venezia) dove la piccola era stata ricoverata per un esordio diabetico il 13 agosto. L'inchiesta punta ad accertare se siano stati seguiti i protocolli prescritti per le cure e, dunque, come potrebbe essersi verificato il contagio.

L'ESPERTO: SE STESSO CEPPO CONTAGIO IN OSPEDALE - "Se dalle analisi in corso emergesse che il ceppo o variante di Plasmodium Falciparum che ha provocato la malaria nei due bambini ricoverati a Trento e nella piccola Sofia fosse lo stesso, allora il contagio della bambina sarebbe sicuramente avvenuto in ospedale ma resterebbe da capire in che modo". Lo afferma all'ANSA il vicepresidente della Società italiana di malattie infettive e tropicali, Massimo Galli. Se il ceppo "risultasse invece differente, allora il contagio sarebbe avvenuto in un contesto diverso". 

COME PUO' AVVENIRE IL CONTAGIO - Il contagio della malaria, precisa Galli, "può avvenire dalla puntura delle zanzare anofele che trasmettono sangue infetto o attraverso siringhe infette o trasfusioni sempre di sangue infetto". Perchè la trasmissione avvenga, conclude il vicepresidente della Società italiana di malattie infettive e tropicali, 2non è invece sufficiente un semplice contatto col sangue, come ad esempio nell'ipotesi di un contatto epidermico tra soggetti infettati".

SALVINI: MALATTIE LEGATE A MIGRANTI - Intanto tiene banco sui media la polemica politica, sollevata anche da titoli di giornali che sentenziano sul legame tra il caso di malaria e l'immigrazione. Interrogato sulla prima pagina di Libero ("Dopo la miseria portano malattie), il leader del Carroccio Matteo Savini risponde così: "E' innegabile che un certo tipo di malattie è legato al fenomeno migratorio. Non lo dice la Lega ma la giunta di Trento, e su questo c'è da riflettere". E ancora: "È evidente che il sistema sanitario del centrafrica sia meno efficiente del nostro".