Venerdì 19 Aprile 2024

Maggioranza spaccata? "Nel governo nessuna crepa Col Pd benzina più cara"

Malan, capogruppo FdI al Senato, smentisce le ricostruzioni: sono solo pettegolezzi "L’asse tra Meloni e Giorgetti fa parte delle cose. Sulle accise non c’è stata retromarcia"

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di Antonio Troise

L’asse Giorgia-Giorgetti?

"Fra Palazzo Chigi e il Mef il rapporto è sempre stato strettissimo. Basta pettegolezzi".

La retromarcia sulle accise?

"Solo un’invenzione giornalistica". Lucio Malan, originario della Val Pellice, capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato, non fa una piega. Chi lo conosce bene, lo ritrae come un politico che sa il fatto suo e che, soprattutto, riesce a esprimersi con decisione senza mai perdere la pazienza.

Partiamo dalla questione delle accise. Tutto risolto?

"Credo di sì. La soluzione adottata rispetta gli impegni assunti durante la campagna elettorale. L’eventuale extra-gettito dell’Iva dovuto agli aumenti dei carburanti sarà destinato alla riduzione delle accise. In più, sarà garantita maggiore trasparenza al mercato. L’impennata dei prezzi è stata anche indotta da una campagna mediatica che è parlato di un prezzo della benzina di 2 euro e mezzo mentre era in realtà di 1,81. Questo può aver spinto, chi vendeva nella media, ad aggiornare al rialzo i listini. Così, una falsa notizia, è diventa un po’ vera".

Però è indubbio che i prezzi siano aumentati.

"È tempo di dire le cose come stanno. Tenuto conto dell’inflazione, dal 2011 al 2022, i prezzi hanno superato quelli attuali, tranne che nel 2016. Cioè durante i governi Monti, Renzi, Gentiloni, Conte e infine Draghi la benzina era più cara. Ricordo che il 23 maggio del 2014 Renzi annunciò perfino che avrebbe abolito le accise. Pur governando fino al 2016, non l’ha mai fatto. Anzi, durante il suo esecutivo, si è toccato una media mese di 1,76 euro. Insomma, i partiti che ora si mostrano disperati per i prezzi dei carburanti, erano assai tranquilli quando, con i governi da loro sostenuti, erano più alti".

Non c’è stata una retromarcia del governo?

"Non vedo dove sia la retromarcia. Né rispetto a quanto detto nei giorni scorsi, né durante la campagna elettorale. C’è stata un’onesta assunzione di responsabilità. Per confermare il taglio del governo Draghi avremmo dovuto rinunciare ad un terzo delle misure a favore di imprese e famiglie previste nella manovra".

Non crede che ci sia un po’ di delusione da parte di quelle forze sociali che si aspettavano qualcosa di più da un governo ’amico’. Commercianti, piccole imprese…

"Mi sembra prematuro dare giudizi. Sono trascorsi appena tre mesi: poco tempo, poche risorse, una guerra in corso e dopo 3 anni in cui si sono fatti 357 miliardi di nuovo debito. Non facciamo miracoli e non abbiamo promessi. Abbiamo preso impegni che riteniamo realizzabili in 5 anni e che stiamo già realizzando".

Non è che, nella fretta di fare la Finanziaria, avete sottovalutato qualche tema più delicato. Oltre alla benzina...

"No, anzi: le scelte sono state ponderate. Il taglio delle accise, ad esempio, sarebbe costato 12 miliardi ed avrebbe favorito anche coloro che, forse, non ne hanno tanto bisogno. Certo, la nostra intenzione non va solo ai redditi più bassi. Ma in questo momento di crisi, abbiamo pensato soprattutto alle famiglie e alle imprese più in difficoltà".

Dica la verità: ma davvero esiste un asse Meloni-Georgetti?

"Nel precedente governo il rapporto fra Draghi e Franco era sicuramente più stretto… Battute a parte, direi che è una cosa naturale che ci sia una forte interlocuzione fra Palazzo Chigi e il ministero dell’Economia. Non c’è nulla di strano. Tra l’altro, il ministro non è del mio partito. Siamo davvero a livello di pettegolezzi e non di una legittima polemica politica".

Davvero non ci sono frizioni nella maggioranza?

"No, c’è uno spirito di collaborazione. Certo, ogni partito può manifestare particolare attenzione verso questo o quel tema. Ma tutto questo è pienamente fisiologico. E, in ogni caso, molto al di sotto del grado di litigiosità dei governi precedenti".