
La maestra Elena Maraga
Treviso, 23 aprile 2025 – Elena Maraga, maestra 29enne di un asilo paritario cattolico della provincia di Treviso con un profilo su Onlyfans, è stata licenziata. La lettera – come riportato dai quotidiani locali - le è arrivata ieri mattina.
Inequivocabili le motivazioni addotte dall'istituto che indicano la cessazione del contratto, dopo cinque anni di insegnamento a tempo indeterminato, "per giusta causa con effetto immediato" in quanto la gestione del profilo sulla piattaforma per adulti "contrasta con l'ispirazione cattolica che orienta l'indirizzamento educativo della scuola".
La decisione era nell’aria e le dichiarazioni della stessa maestra “agli organi di stampa partecipando a trasmissioni televisive" in cui aveva dichiarato di non provare imbarazzo e di sentirsi libera di esibire il proprio corpo, hanno dato il colpo di grazia. Secondo la scuola, infatti, le dichiarazioni hanno "pregiudicato irrimediabilmente l'elemento fiduciario: non ci è consentita la prosecuzione del rapporto di lavoro".
La maestra non ha ancora deciso se vorrà o meno impugnare la risoluzione dell'istituto limitandosi a dire che" è stata commessa un'ingiustizia nei miei confronti". A sostegno della maestra, appena la vicenda era emersa, si erano espressi anche alcuni genitori, per i quali non era influente sulla sua attività educativa l'occupazione 'esterna'. Dopo l'eco della notizia la maestra era stata sospesa e ora il capitolo si è chiuso definitivamente. "Come educatrice - ha detto - non ho fatto mai mancare nulla nè ai bambini nè alla scuola".
A difendere la maestra è anche il presidente di Più Europa Matteo Hallissey, che dice: "Il licenziamento di Elena Maraga, educatrice e modella di Onlyfans, è una vicenda che dovrebbe indignare chiunque abbia a cuore la libertà personale, l'autonomia femminile e il diritto di essere giudicati per come si lavora, non per come si vive. Siamo di fronte a un caso da manuale di moralismo ipocrita: una società che tollera ogni giorno corruzione, discriminazioni, sessismo, ma si scandalizza se una donna decide, con consapevolezza e libertà, di usare il proprio corpo per guadagnare. Elena Maraga non è stata licenziata per aver fatto male il suo lavoro - su questo non c'è alcuna contestazione - ma per aver infranto un tabù sociale: l'idea che una donna possa essere educatrice e allo stesso tempo padrona della propria immagine e sessualità".
Hallissey continua: "Questo è ciò che davvero ha disturbato. Di fronte ad una propria lavoratrice, la scuola ha scelto la sanzione senza dialogo, il licenziamento senza confronto. È una forma di discriminazione, travestita da tutela educativa. Ma non è educativo crescere i bambini in un mondo che punisce la libertà, soprattutto quella femminile. Noi siamo sempre al fianco di chi rivendica il diritto di essere sé stesso, di vivere senza paura del giudizio altrui, e di non dover chiedere il permesso per esistere. Difendere Elena Maraga oggi non significa solo difendere lei: significa difenderci da una società che teme ancora la libertà", conclude.