Maestra linciata per le foto hot: Torino si ribella

Dai manifesti del writer con le prof che posano nude al calciatore Marchisio: in campo per difendere l’insegnante licenziata

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Tutti con la maestra. Contro il pornoricatto. C’è vita a Torino. Oltre l’atmosfera claustrale, la nebbia di giaccio e il perbenismo da clichè ci sono foto di donne nude davanti a tre scuole per piccolini. Nudi senza testa. Torbidi, lieti e al limite dello sconcio come un selfie al fidanzato. Come nelle intenzioni di chi li ha commissionati.

Buongiorno bambini. Buongiorno genitori. Sono comparsi ieri davanti all’asilo nido Le Coccinelle, alla materna Borgnana Piccolo e alla elementare Parato, tra piazza Zara e corso Sicilia. #teachersdosex: per chi non avesse capito, lo fanno anche le maestre. Firmato Andrea Villa, il Bansky torinese che ha di nuovo sparigliato portando la questione del revenge porn al suo livello, il filo del rasoio. L’artista che agisce di notte e vuole essere definito di social piuttosto che di strada non è timido. Aveva già messo Chiara Ferragni in abiti islamici sul Lungopo con in mano i biscotti Oreo. Per non dire di Salvini, dei terroni e dell’Eau di Nolfi. Stavolta il filo del rasoio era spiegare che una ragazza che invia foto osè al fidanzato resta una brava ragazza mentre il mascalzone è lui che divulga e le serpi che fanno la spia. E come si spiega? Nudo contro nudo. Niente di sofisticato. Un selfie. "Come lo mandereste al vostro fidanzato". Ha chiesto a tre maestre di dargli una mano e qualcosa di più, tranne la faccia.

Ha precisato: " Nel mondo dell’istruzione primaria vige l’ipocrisia che una donna non possa avere una sessualità. Una ragazza che ha partecipato al progetto ha confessato di temere di andare a bere la sera per paura che qualcuno la fotografi ubriaca e le faccia perdere il posto di lavoro". Sotto la chiosa molti applausi e il dubbio di una ragazza: "Al solito non c’è un accenno alla responsabilità degli uomini. C’è solo un nudo esposto, tra l’altro senza testa. Corpi sempre conformi allo sguardo maschile, con pancia piatta e seno abbondante".

La storia della maestra che scatena tutto questo è finita in tribunale a due anni dai fatti: l’ex fidanzato ha fatto circolare sulla chat dei compagni della squadra di calcio le sue foto e un video a luci rosse. L’intimità è diventata virale e la povera ventenne umiliata dalle chiacchiere di una collega e di una coppia di genitori ha perso il lavoro, costretta alle dimissioni dalla direttrice scolastica. Sul banco degli imputati è finita quest’ultima accusata di diffamazione e violenza privata, più una mamma spiona. L’ex fidanzato ha chiesto la messa in prova dopo avere pagato un risarcimento. E Torino, dalla sindaca in giù passando per Claudio Marchisio e duecento fra giornaliste e donne dello spettacolo, ha abbracciato la "svergognata". "Il criminale è lui" ha scritto su Facebook l’ex calciatore juventino prendendosi 70 mila like in poche ore. Chiara Appendino ha telefonato alla "maestra coraggiosa": "Quello che ti è successo è solo la punta dell’iceberg di un modello culturale maschilista e violento".