Giovedì 25 Aprile 2024

Macron telefona a Putin: "Non invaderà Kiev"

Si smarca da Biden e chiama il Cremlino. Lo zar: "Sì alla de-escalation in Ucraina, ma l’Occidente continua a ignorare le nostre richieste"

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Sul filo, e con le truppe schierate, sull’Ucraina un flebile dialogo prosegue. Ma mentre l’America si dice convinta di un attacco imminente, Kiev non lo è: a Joe Biden che lancia l’allarme per una probabile invasione a febbraio, replica il presidente ucraino Volodymir Zelensky, che lo smentisce in pubblico, invitandolo a "non scatenare il panico". Quanto alla Russia, nega intenzioni bellicose ma, soddisfatta per riuscire nell’intento di dividere l’Occidente, continua a fare pressione con la presenza delle proprie truppe e con richieste che sono palesemente inaccettabili dalla Nato.

Ieri il presidente francese Emmanuel Macron e il presidente russo Vladimir Putin si sono incontrati in videoconferenza per oltre un’ora e si sono detti "d’accordo" sulla "necessità di una de-escalation" e di un "proseguimento del dialogo" sulla crisi in Ucraina: lo ha reso noto la presidenza francese aggiungendo che, nel corso del colloquio con Macron, Putin "non ha espresso alcuna intenzione offensiva". Ha anzi "detto molto chiaramente che non cercava lo scontro". Sulla sicurezza strategica in Europa i due leader "si sono messi d’accordo sul proseguimento del dialogo che necessita che gli europei siano parte in causa di questo dialogo", e Putin ha detto di voler "proseguire con il presidente Macron la discussione avviata oggi (ieri, ndr)". Il "dialogo resta difficile" ma i "canali sono aperti", sottolineano i francesi.

Meno ottimista la lettura russa del colloquio. "Le risposte degli Stati Uniti e della Nato – si legge nella dichiarazione del Cremlino – ancora non prendono in considerazione le principali preoccupazioni della Russia, quali l’espansione a Est della Nato, il dispiegamento di sistemi di attacco vicino ai confini russi, nonché la richiesta al ripristino di capacità e infrastrutture militari in Europa come nel 1997, quando venne firmato l’atto fondatore tra Russia e Nato". "Mosca – ha proseguito Putin nel colloquio avuto con Macron – studierà attentamente le risposte scritte ricevute il 26 gennaio, dopodiché deciderà riguardo a ulteriori azioni". Se Biden diffonde la vulgata dell’attacco imminente, il Pentagono è più cauto. "Non crediamo che il presidente Putin abbia preso la decisione finale di usare le forze dispiegate contro l’Ucraina – ha detto il segretario alla Difesa Usa, Lloyd Austin – ma ha chiaramente questa opzione".

Da parte loro gli ucraini danno un’interpretazione molto diversa da quella sostenuta da Biden nella sua telefonata di giovedì sera con Zelekensy, in cui ha ribadito il "pericolo imminente e concreto" di un’aggressione russa. Il presidente ucraino, preoccupato per gli effetti psicologici sulla popolazione di questi allarmi, e per l’impatto devastante che potrebbero avere sulla fragile economia del Paese, ha espresso il suo malumore. "Certo – ha detto – la minaccia russa esiste, ma non è più grave di quella della primavera del 2021, quando Mosca schierò per la prima volta le sue truppe al confine. E invece, se si ascoltano certi rispettati capi di Stato (leggi, Biden, ndr) – ha aggiunto – sembra che ci sia già una guerra in tutto il Paese".

Alessandro Farruggia