Macron sfida la Francia: Parlamento scavalcato, in pensione a 64 anni

In migliaia nelle piazze: scontri a Parigi tra manifestanti e polizia. La protesta delle opposizioni in Aula che cantano la Marsigliese. E ora il presidente si gioca tutto sul voto di fiducia. Rischio nuove elezioni

Protesta contro Macron in Parlamento

Protesta contro Macron in Parlamento

Lo spettacolo è allucinante: tutta la ’gauche’ di Mélenchon e tutta la ’droite’ di Marine Le Pen in piedi nell’aula dell’Assemblea nazionale, con i deputati che agitano cartelli con su scritto ’Dimissioni’, in un uragano di grida e di fischi che precedono le note della Marsigliese cantate a squarciagola per coprire le parole del primo ministro Elisabeth Borne, livida di rabbia e di sdegno. Quindici minuti di rivolta, con i commessi della Camera che corrono qua e là temendo disordini e scontri fisici, mentre all’Eliseo hanno preso posizione i rinforzi della Garde Républicaine per respingere eventuali assalti. È la Francia dei gilet gialli che riaffiora e trabocca in questo memorabile 17 marzo che doveva portare a termine la riforma delle pensioni in Parlamento e rischia invece, adesso, di far cadere il governo e di costringere (forse) Emmanuel Macron a indire nuove elezioni. E ieri sera la polizia è intervenuta energicamente in place de la Concorde con una serie di cariche per spingere via i manifestanti: oltre 200 i fermati.

Parigi, nuovi scontri per la riforma delle pensioni. Media: decine di arresti

A dar fuoco alle polveri è stata la decisione, presa dal presidente e annunciata dal capo dell’esecutivo, di ricorrere all’articolo 49.3 per approvare la riforma: uno strumento previsto dalla Costituzione, che consente di far passare una legge senza sottoporla al voto in Parlamento, ma con il rischio che una mozione di sfiducia rovesci poi il governo. Usato innumerevoli volte in passato, praticamente da tutti i primi ministri, il 49.3 non ha mai generato particolari sconquassi: ma questa volta il caso è diverso perché il tema dell’innalzamento dell’età pensionistica (da 62 a 64 anni, con entrata in vigore parziale dal 2027 e totale dal 2030) è un nervo scoperto, sensibilissimo, della società francese.

Agli occhi dell’opinione pubblica, in maggioranza contraria alla riforma, più che il diritto alla pensione è in gioco il diritto a una vecchiaia serena, che permetta di godere del tempo libero quando si è ancora in condizione di farlo. Il fatto che questo diritto sia minacciato da esigenze di bilancio appare inaccettabile alla gente, che critica Macron in quanto ’presidente dei ricchi’, attento più agli interessi della grande finanza e del capitalismo che a quelli del popolo. Altro elemento esplosivo nella miscela, la scelta ’autoritaria’ imposta dall’Eliseo, come per chiudere definitivamente il dibattito.

C’è da dire che Macron non aveva scelta: la riforma era parte integrante del programma elettorale che gli ha consentito di essere eletto per la seconda volta. Non poteva accantonarla, come continuano a chiedere a gran voce i seguaci di Mélenchon e della Le Pen; la sua speranza era ottenere l’appoggio della destra moderata LR, che all’ultimo momento tuttavia è apparsa divisa.

Mentre si susseguono in tutta la Francia manifestazioni spontanee di protesta, con migliaia di giovani riuniti a Parigi in piazza della Concordia, tre mozioni di sfiducia sono in preparazione, una della sinistra, una della destra, un’altra di un gruppo misto. Dovranno essere presentate entro domani e saranno votate lunedì. Se gli oppositori otterranno i 289 voti necessari per la sfiducia, il governo cadrà e il presidente avrà solo due possibilità: formare un nuovo esecutivo, o sciogliere l’Assemblea nazionale e portare il paese al voto. "È un clamoroso fallimento personale per Macron e per il governo", ha dichiarato Marine Le Pen.