Giovedì 18 Aprile 2024

Macron preso a schiaffi, Francia sotto choc

L’aggressione mentre il presidente salutava la folla. Fermate due persone vicine ai gilet gialli. Il premier: "È in gioco la democrazia"

Migration

Uno schiaffo in pieno viso, Emmanuel Macron che resta qualche istante un po’ stordito, mentre viene trascinato via e protetto da una delle guardie del corpo. Poi è lo stesso presidente a tornare verso la folla dietro le transenne, a dire agli agenti "lasciatelo, lasciatelo" quando vede Damien, 28 anni, il suo aggressore, bloccato a terra.

Quella di Tain-L’Hermitage, paesino nel sud-est della Francia, è stata l’azione di un "individuo isolato", come ha detto lo stesso Macron minimizzando l’incidente già in serata, un personaggio a metà fra i gilet gialli e qualche gruppo sovranista o nostalgico della Francia dei re medioevali, amante delle arti marziali antiche. Ma il clima nel Paese, a un anno dalle presidenziali che vedranno di nuovo Macron in corsa, si fa ancor più bollente che prima della pandemia, quando le piazze erano attraversate da gilet gialli e oppositori alla riforma delle pensioni. "Montjoie Saint Denis!", ha gridato l’aggressore, o forse il suo amico Arthur, anche lui appassionato di arti marziali e anche lui in stato di fermo. I due erano stati già individuati in una manifestazione di protesta non autorizzata nella vicina Valence: non più di 25 persone fra gilet gialli, agricoltori e militanti di estrema sinistra. Una terza persona che era con loro avrebbe detto in quel frangente a un giornalista che lo intervistava per una tv di essere "un anarchico". Damien e Arthur hanno poi seguito la visita di Macron nella regione, aspettando il presidente che discuteva con gli studenti di un liceo alberghiero.

Prima di infilarsi nell’auto presidenziale, chiamato dalla piccola folla che lo attendeva fuori, Macron, in maniche di camicia, si è diretto a passo di corsa verso le transenne. Lì, fra un saluto e una foto, Damien – barba nera e t-shirt verde militare – lo ha afferrato per l’avambraccio e gli ha stampato un ceffone con la mano destra sulla guancia sinistra. Non violentissimo, ma improvviso. Inatteso. Gridando lo strano motto sovranista che ripetevano i fedeli dei re Capetingi in battaglia, seguito da un più banale "abbasso il macronismo". Subito, i due sono stati bloccati e trascinati via. Pochi minuti dopo, davanti al Parlamento riunito, il premier Jean Castex ha esortato al "risveglio repubblicano" di fronte al pericolo "per le basi della nostra democrazia". Condanne sono arrivate da ogni parte, nette, unanimi. Marine Le Pen ha parlato di una violenza "inaccettabile" contro il presidente della Repubblica. Giunto, fra l’altro, subito dopo che Macron aveva pronunciato un discorso per "esortare tutti al rispetto e alla calma".

Pensando anche alle ultime 48 ore e alla furiosa polemica che ha visto coinvolto il leader di estrema sinistra Jean-Luc Melenchon, il quale ha evocato "incidenti o un assassinio" nella settimana precedente le presidenziali del 2022. Condannato da quasi l’integralità delle forze politiche, lo stesso Melenchon è passato all’attacco ieri dopo che uno youtuber di destra ha messo in scena l’uccisione di un elettore della gauche. E ora il clima rischia di surriscaldarsi ancora: "Bisogna relativizzare questo incidente, un fatto che ritengo isolato – ha detto Macron passando il resto del pomeriggio in ulteriori bagni di folla con giovani a Valence – commesso da individui ultraviolenti. Non vorrei che questi individui isolati o persone che vanno verso le estreme possano, in qualche modo, far dimenticare il resto. Perché non lo meritano".