Giovedì 18 Aprile 2024

Macché morbillo, a 4 anni aveva il Covid Il virus circolava già nel novembre 2019

Milano, uno studio dell’Università Statale ha riesaminato il tampone del bimbo. Anticipata di tre mesi la comparsa della pandemia

di Simona Ballatore

C’è un nuovo ‘paziente uno’, è di Milano e ha solo quattro anni. Il tampone, al quale il piccolo era stato sottoposto per sospetto morbillo i primissimi giorni di dicembre del 2019, non lascia dubbi: SARS-CoV-2 al 100 per cento. Il Coronavirus circolava indisturbato da novembre: l’ennesima conferma – ora con tanto di Rna virale – dopo lo studio dell’Istituto superiore di sanità che aveva scovato tracce nel virus nelle acque di scarico a Milano e Torino già a metà dicembre e dopo l’impennata di polmoniti sospette segnalate da medici e pediatri ben prima di febbraio. A ridatare la diffusione della pandemia in Italia – tre mesi prima del caso di Codogno – è lo studio coordinato dalla professoressa Elisabetta Tanzi e condotto nel Laboratorio per la Sorveglianza di Morbillo e Rosolia dell’Università Statale di Milano, pubblicato sulla rivista Emerging Infectious Diseases.

È il 21 novembre quando il piccolo, residente nel Milanese, manifesta i primi sintomi: tosse e raffreddore. Una settimana dopo i genitori si presentano con lui in pronto soccorso perché il quadro si complica: problemi respiratori e vomito. L’1 dicembre spuntano delle strane macchie sul corpo e scatta il campanello d’allarme: "Morbillo?". Sarà proprio questa domanda la chiave di volta. Perché per confermare o meno la diagnosi deve essere sottoposto a un tampone orofaringeo. Che esclude la malattia esantematica per il piccolo, che ora sta bene. Resta però quel campione nell’archivio per la sorveglianza di morbillo e rosolia. I ricercatori hanno deciso di andare a ritroso nel tempo, concentrandosi su quei casi sospetti e poi non catalogati come morbillo. Perché l’infezione da SARS-CoV-2 può dar luogo a sindrome Kawasaki-like e a manifestazioni cutanee, spesso comuni ad altre infezioni virali.

"Tra settembre 2019 e febbraio 2020 abbiamo raccolto 39 campioni provenienti da casi di malattia esantematica non confermata poi come morbillo – spiega Antonella Amendola, responsabile dell’attività di sorveglianza del morbillo in MoRoNET –. Sulla base delle segnalazioni dei dermatologi lombardi e dello studio sulle acque reflue abbiamo avuto l’intuizione e siamo andati a riprendere quei campioni archiviati, in modo anonimo, nella biobanca". Fra questi quello del bimbo milanese, negativo al morbillo e positivo (ora lo si sa) al Covid-19. "Il campione è sovrapponibile al 100% con la sequenza di riferimento isolata prima a Wuhan", spiega Gian Vincenzo Zuccotti, presidente del Comitato di direzione della Facoltà di Medicina. E se non è stato possibile determinare con precisione l’origine del ceppo, anche perché il campione era già stato processato e manca il sequenziamento dell’intero genoma, si apre un nuovo capitolo da quel 21 novembre. A ciò si aggiunge che restano dubbi sui primi malati sospetti, ai Giochi militari mondiali già ad ottobre e comunque prima del paziente uno denunciato dalla Cina. "Questa ricerca dimostra la circolazione subdola del virus, che ha impiegato mesi prima di esplodere a febbraio", chiude Zuccotti.