Martedì 16 Aprile 2024

Ma una musica ci sarà sempre Anche per lui

Giovanni

Bogani

Da una parte è fin troppo facile dire che, come lui, non ne nasceranno più. Non ci saranno compositori di musica per film così sontuosi, così capaci di creare dentro di noi sentimenti, sensazioni, nostalgie, spazi immensi, struggimento: e di farlo con temi musicali che si scolpiscono nell’anima. D’altra parte tutto, al mondo, è un continuo divenire, la storia dell’umanità è un libro che si riscrive in continuazione. È vero, in letteratura non ci sono più Moravia, Calvino, Pasolini, Vittorini Elsa Morante; nel cinema non ci sono più Mastroianni, Vittorio Gassman, Ugo Tognazzi, Alberto Sordi. Non c’è più nemmeno il Grande Torino, o l’Inter di Sarti, Burgnich, Facchetti; o gli anni ’60 dei Beatles e dei Rolling Stones, di Dylan e di Cohen.

Ma gli emergenti di oggi saranno, in qualche caso, le leggende di domani. Anche i grandi hanno cominciato da piccoli: Mastroianni strappava comparsate nei film di Luciano Emmer, Fellini disegnava vignette per un giornale satirico, Julia Roberts esordì in un filmetto che nessuno ricorda, nella parte di una siciliana muta. Siamo orfani di tanti padri, ma ci sono i nostri fratelli, i coetanei. E quel modo straordinario di ricombinare cose, note, parole, forme, concetti, immagini che è l’arte tutta, non finirà. Mostrerà sempre nuove figure. Anche nella musica. Nicola Piovani, Dario Marianelli, Franco Piersanti, Andrea Guerra, Ludovico Einaudi, Carlo Siliotto non saranno, nessuno di loro, uguali a Morricone. Ma a loro toccherà di raccontare, in musica, questo tempo sbigottito e incerto. E lo sapranno fare. Forse lo stesso Morricone ne sarebbe felice.