Venerdì 19 Aprile 2024

Ma si può dire mamma? E figlio? E papà?

Giorgio

Comaschi

è una specie di controllo autoreferenziato da parte delle mamme (pardon, genitore 2). Questo controllo può avvenire nei confronti del marito (pardon, genitore 1), o dei figli (pardon, figl****). La frase classica è: "Bè, ma non hai caldo?". Nello stravolgimento delle mode per le quali i ragazzi (si può dire ragazzi? Non lo so, ma mi scuso se ho urtato la suscettibilità di qualcuno) vestono con la manica corta d’inverno e d’estate viaggiano con anfibi, scarponi da sci, felpone pesanti eccetera. Quindi il "Bè, non hai caldo?", sembrerebbe giustificato. Ma è perché noi avremmo caldo. Noi. Non loro. È come il "Non hai freddo?" che la moglie (si può ancora dire moglie?) dice al marito quando lo vede in t-shirt in una giornata in cui ha iniziato a piovigginare. Siccome lei ha freddo, non si capacità che un’altra persona, non provi la stessa sensazione. Si vuole decidere, specialmente dopo 20 anni di matrimonio (si può ancora dire matrimonio?), quello che l’altra metà deve fare. Per un cromosomico e fisiologico fenomeno per cui a un certo punto, per quieto vivere, l’uomo (si può ancora dire uomo?) gliela dà su, non ribatte, si lascia pilotare in casa e anche (telecomandato col cellulare) a fare la spesa al Centro Commerciale. L’osservazione del "non hai caldo" o "non hai freddo", è tipicamente femminile (se si può ancora dire) perché ribalta la sensazione su se stessa. Se la donna giudica che il marito con quel golfino sulle spalle avrà caldo, glielo dice. Quasi impossibile che lui dica la stessa cosa se vede lei sbracciata (si può ancora dire sbracciata?) o con un vestitino leggero. Il "non hai freddo?", nel caso, è rarissimo. Comunque i nostri ragazzi, non hanno né il caldo e né il freddo che abbiamo noi. Non ci piove (si può ancora dire piove?).