Ma si può pagare tre milioni per un tweet?

Jack Dorsey, fondatore dei cinguettii, ha venduto a quella cifra i diritti del post con cui inaugurò il social nel 2006. E reinvestirà in bitcoin

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Il numero uno di Twitter Jack Dorsey ha venduto all’asta per 2,9 milioni di dollari il suo primo tweet. Era il 21 marzo del 2006 quando il fondatore dei cinguettii scrisse il primo post lanciato sul social network che oggi conta 300 milioni di utenti. Solo queste parole: "Just setting up my twttr", ovvero "Sto solo impostando il mio Twitter". Cinque parole comprate da un imprenditore malese, Sina Estavi, per quasi 3 milioni di dollari.

La vendita è avvenuta grazie alla tecnologia degli NFT, acronimo delle parole inglesi Non-Fungible-Token. Si tratta appunto di token che funzionano da certificati digitali di autenticità. Questi NFT possono essere venduti e comprati esattamente come se fossero degli oggetti fisici, grazie alla tecnologia del blockchain – divenuta famosa grazie ai bitcoin e alle criptovalute – che documenta la transazione e ne garantisce la proprietà e la validità. La certificazione può riguardare ogni tipo di formato digitale, dalle immagini alle animazioni, dai video ai brani musicali.

Perciò adesso, il primo tweet di Jack Dorsey rimarrà presente online e disponibile per tutti sul social network, ma avrà anche un proprietario, l’imprenditore malese, che potrà dunque rivendicare i diritti di utilizzo su quelle cinque parole.

Non è la prima volta che avviene un acquisto di questo tipo tramite NFT. Anzi, secondo un report della NonFungible Corporation e dell’Atelier Bnp Paribas, nel 2020 gli scambi del mercato NFT hanno superato i 250 milioni di dollari, in aumento di ben quattro volte rispetto al 2019. Questa tecnologia risale al 2017, ma solo di recente la sua popolarità è cresciuta rapidamente. Anche grazie al patron di Tesla, Elon Musk, che qualche giorno fa ha messo in vendita su Twitter una canzone techno.

Il fenomeno degli NFT sta prendendo così piede nel mondo che a inizio marzo la casa d’aste Christie’s ha venduto per 69,3 milioni di dollari un’opera che esiste solo in jpeg, uno dei più classici formati digitali per immagini e fotografie. Numeri da capogiro se si pensa che quell’opera esiste solo ed esclusivamente online.

Adesso i 2,9 milioni di dollari spesi per comprare cinque parole su Twitter saranno, a detta dello stesso ceo di Twitter, riconvertiti in bitcoin. E il ricavato della vendita all’asta sarà donato in beneficenza a GiveDirect, un’associazione di volontariato che opera in Africa.

red. eco.