Martedì 16 Aprile 2024

Ma Pd e 5 Stelle: subito la legge sul fine vita

Il testo domani all’esame della Camera. Letta e Conte: "Va approvata". I cattolici festeggiano il no della Consulta: "Tutelati i più fragili"

di Ettore Maria Colombo

La Consulta boccia, senza appello, il quesito referendario sul fine vita, detto anche "omicidio del consenziente" (e già la definizione non aiuta). Il colpo è forte, specie per i promotori, ma la decisione è solo in parte inaspettata. In un Paese che, a dispetto dei santi, è ancora di tradizione cattolica, la formulazione del quesito, così com’era, sarebbe stata troppo. Non a caso, tra le parti che si erano costituite come avvocati anti-quesito ci sono due associazioni, Scienza&Vita e l’Unione giuristi cattolici (Ugci), entrambe molto vicine al Vaticano e alla Cei ("Inderogabile scelta di vita"). Le quali, non a caso, esprimono "soddisfazione gratitudine verso l’alto magistero dei giudici costituzionali attenti alle persone più fragili", dice il loro portavoce.

Ovviamente, l’associazione Luca Coscioni, che ha promosso l’imponente (1,2 milioni) raccolta firme l’estate scorsa accusa il colpo. Filomena Gallo e Marco Cappato, segretario e tesoriere, parlano di "sconfitta per la nostra democrazia". Ma l’associazione annuncia che "il cammino verso la legalizzazione dell’eutanasia non si ferma. Non lasceremo nulla di intentato, dalla disobbedienza civile ai ricorsi giudiziari, dal corpo delle persone al cuore della politica" mentre Mina Welby parla di "stilettata al cuore. Sono senza parole e triste". La politica ‘scopre’ che, in realtà, una legge sul fine vita ci sarebbe: giace in Parlamento da anni, dopo mesi di dibattito in commissione era stata calendarizzata per l’Aula, poi di nuovo messa nel cassetto. E ora, tutti i partiti vogliono riprenderla, tanto che l’iter ripartirà già domani alla Camera. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo di Montecitorio.

Sull’argomento, dopo anni di letargo, si svegliano persino i 5Stelle. Lo stesso avvocato Conte parla di un "progetto normativo ben articolato" che poi è il ddl a prima firma Trizzino, ex esponente del M5s, poi sostituito da Provenza, e Bazoli, del Pd. Il testo di legge sul fine vita è stato sostenuto, sin dall’inizio, dalla maggioranza giallorossa (Pd, Leu, e M5s), e sempre osteggiato dal centrodestra. Con Italia Viva che ha sempre avuto una posizione ambigua.

Ma non è solo Conte che chiede di "correre", invita i deputati grillini "a una presenza massiccia in Aula" e annuncia una "consultazione online, tra gli iscritti, sui referendum", allargando il fronte al tema della cannabis, ma anche i suoi. Da Giuseppe Brescia a Vittoria Baldino fino a Stefano Buffagni tutti i contiani si impegnano sulla linea ‘ora lavori il Parlamento’.

Anche il segretario dem, Enrico Letta, dice che "la bocciatura da parte della Consulta del referendum sull’eutanasia legale deve ora spingere il Parlamento ad approvare la legge sul suicidio assistito, secondo le indicazioni della Corte". E se il centrodestra non infierisce (Matteo Salvini si dice "dispiaciuto" perché "la bocciatura di un referendum non è mai una buona notizia", oggi si discutono i sei quesiti della Lega sulla giustizia), il giudizio più pacato resta quello del deputato del Pd, e costituzionalista, Stefano Ceccanti: "Era prevedibile l’inammissibilità di un quesito la cui normativa di risulta sarebbe stata troppo estrema, ma non la si usi impropriamente come alibi contro la legge necessaria e urgente sul suicidio assistito, che è già in Aula alla Camera ed è equilibrata".