"Non se ne può più dei giornali fatti così. E men che meno della televisione. Esiste un solo argomento: il Covid. È ora di fare marcia indietro e cominciare a parlare d’altro". L’abitudine alla battaglia è sempre quella, Massimo Fini non si smentisce. Firma prestigiosa, saggista. Soprattutto grande polemista. Capace di sparare sulle cose che non sopporta. Una in particolare, in questo momento storico. Bollettino Covid Italia del 17 ottobre Fini, cosa c’è che non va? "Siamo tutti malati. Il virus ha infettato i cervelli, non solo il resto del corpo. Lo sconquasso è evidente: la pandemia è il nuovo pensiero unico". Colpa di chi scrive o di chi legge? "Il Covid è diventato una stampella preziosa per i giornalisti. Non si sa come riempire le pagine? Basta parlare del contagio e il gioco è fatto". Ma è l’argomento principe: come si fa a ignorare quel che incide sulle vite di tutti? "Ci mancherebbe. Ma i media non prendono le giuste distanze. Leggo solo comunicati stampa, le cifre del comitato scientifico o come si chiama, le solite interviste ai soliti virologi". E invece? "E invece si deve tornare all’antico. Ricordo la lezione di Nino Nutrizio, mitico direttore de La Notte: il giornalismo si fa prima con i piedi e poi con la testa. Gli argomenti vanno annusati e trovati, dopo va dato senso e unità al materiale raccolto. Altrimenti non ci siamo: datemi i fatti, le opinioni me le faccio da solo". Andare, vedere, raccontare. Ma oggi le persone portano la mascherina, non sai neppure che faccia hanno... "Non dico che sia facile. Ma in genere la stampa si accontenta dell’ovvio. Il problema esisteva anche prima, il Covid l’ha amplificato all’ennesima potenza. La gente ha reagito in due modi opposti: ignorando le notizie o cercandole compulsivamente. Ma sono notizie i ...
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