Mercoledì 24 Aprile 2024

Ma non si erano mandati a quel paese?

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Raffaele

Marmo

È talmente una recita artefatta la sbandierata pace di Marina di Bibbona tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte che neanche il comico vero e l’ex premier per caso mostrano di crederci più di tanto. Al punto che lo scatto che li immortala distesi e rilassati per la concordia ritrovata è come quelle foto di famiglia tra parenti serpenti e fintamente sorridenti.

Ma sbaglierebbe chi dovesse ritenere che il problema del Movimento deriva dal carattere dei due ultimi contendenti o dall’assetto da dare al vertice del grillismo morente.

No, il problema, come si diceva una volta, è eminentemente "politico". E lo è nel senso che non ci sono più i 5 Stelle. Sopravvivono i parlamentari (sempre di meno, se è vero che in tre anni sono andati via in 100 e più) di quella che è stata la più formidabile illusione elettorale del mondo occidentale. Ma dietro, nella società che li ha espressi, c’è rimasto ben poco di loro e, forse, anche delle loro bandiere, come dimostra il vento cambiato sulla giustizia.

Le prossime elezioni amministrative certificheranno la liquefazione anche di quelle limitate (rispetto al 2018) percentuali che i sondaggi continuano ad accreditare.

A quel punto si chiarirà anche l’equivoco Conte, fondato sull’illusoria simmetria tra like su Facebook e voti. Ma a quel punto sarà evidente come la pace finta di Bibbona sarà stata un’altra trovata per far andare l’ex premier a schiantarsi sulla sconfitta nelle urne.